Pregiatissimo Senatore Bedin, la Finanziaria del 1997 ha introdotto delle modifiche radicali alla normativa fiscale del nostro Paese. In particolare, il comma 143 dell'articolo 3 ha delegato il Governo ad introdurre una nuova imposta, l'IRAP, che è diventata legge con il Decreto n° 446 del 1997.
Vogliamo ricordarLe che la Legge Delega imponeva dei vincoli al Governo per l'introduzione di tale imposta e precisamente:
- semplificare e razionalizzare gli adempimenti dei contribuenti;
- ridurre il costo del lavoro;
- ridurre il prelievo complessivo che grava sui redditi da lavoro autonomo e di impresa minore.
Quest'ultimo vincolo non è stato assolutamente rispettato.
Infatti, per le piccole e microimprese il carico fiscale, dopo l'introduzione dell'IRAP, è aumentato. In particolare vogliamo segnalarLe il caso delle imprese individuali con 1-2 dipendenti (in pratica quelle che prima non pagavano l'Imposta LOcale sui Redditi), che "grazie" a questa imposta hanno subito una penalizzazione economica. Un caso, anche se non l'unico, che evidenzia il mancato rispetto sancito dalla Legge Delega.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale n° 156 del maggio 2001, e i numerosi pronunciamenti delle Commissioni Tributarie Provinciali sulla non applicabilità dell'imposta per quelle aziende che hanno una struttura organizzativa minima, è molto probabile che - in sede di discussione parlamentare del disegno di legge che riforma il nostro sistema fiscale - i liberi professionisti senza dipendenti (come i consulenti, gli avvocati, i commercialisti, etc.) siano esonerati dal pagamento dell'imposta.
Pur condividendo questa impostazione non possiamo dimenticare che nella stessa situazione si trovano (la stragrande maggioranza, circa il 75%) delle imprese artigiane italiane che sono costituite dal solo titolare. Ci riferiamo a quelle imprese individuali (come i taxisti, i sarti, gli installatori di impianti, i dipintori, i barbieri, i parrucchieri, i calzolai, etc.) dove la dotazione strumentale è minima, mentre è prevalente l'apporto dell'attività manuale e professionale in analogia con quanto avviene in molte attività di lavoro autonomo e professionale.
Anche se, in linea generale, l'IRAP è stata abbastanza "neutra" per queste aziende è necessario, per una questione di giustizia ed equità fiscale, che si provveda all'abolizione sia per i cosiddetti lavoratori autonomi sia per le ditte individuali artigiane senza dipendenti. Questo proprio nel rispetto del vincolo previsto nella Legge Delega che, come abbiamo sottolineato in precedenza, non ha ridotto il carico fiscale per queste aziende e altre imprese artigiane.
Se non si equipareranno le posizioni, c'è la possibilità che si ripeta la situazione già registrata in passato con l'ILOR.
Sebbene si tratti di un'imposta radicalmente diversa dall'IRAP, riteniamo che i presupposti siano gli stessi. Le ricordiamo che l'ILOR (che secondo il legislatore aveva il compito di combattere le rendite di capitale), con una sentenza della Corte Costituzionale del 1980, mantenne l'imposta solo alle attività di lavoro autonomo e non ai liberi professionisti. In seguito a questa pronuncia si scatenarono moltissimi ricorsi presso le Commissioni Tributarie Provinciali in quanto sia le piccole imprese artigiane sia quelle commerciali chiedevano, anche per loro, la non applicabilità. Dopo anni di battaglie legali solo nel 1991 il Governo decise di escludere dagli effetti dell'ILOR anche le imprese artigiane al di sotto dei tre addetti.
Dopo più di 10 anni venne riconosciuto un diritto che queste piccole imprese avevano come i liberi professionisti fin dall'inizio. Cioè i piccoli imprenditori hanno pagato ingiustamente delle tasse in più per oltre 10 anni.
Per questo confidiamo in un Suo autorevole intervento affinché non si ripeta questa grave ingiustizia e vengano riconosciuti agli artigiani e a tutti lavoratori autonomi gli stessi diritti dei liberi professionisti.
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