IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 17 luglio 2002

Vanno inseriti tra i livelli essenziali di assistenza
I centri occupazionali diurni
sono autentici "salvavita" per i disabili

Sarebbe un'applicazione concreta dell'articolo 3 della Costituzione da parte della regione


Egregio senatore, lo scrivente Coordinamento Regionale Veneto delle Sedi locali ANFFAS desidera sottoporre alla Sua cortese attenzione alcune importanti considerazioni sulla necessità di inserire i Centri occupazionali diurni in quello che l'art. 22 Legge 328/2000 definisce come livello essenziale delle prestazioni socio-assistenziali.
Ci preme brevemente ricordare che i servizi socioeducativi diurni rappresentano la garanzia minimale per un vissuto non emarginato e attivo nel promuovere la vita dei disabili intellettivi con costanti interventi di tipo occupazionale, formativo e riabilitativo. Senza tali interventi i disabili intellettivi giovani e adulti sarebbero destinati a gravi forme di regressione e di depauperamento non solo delle capacità, ma anche dello stato di salute generale, poiché in tali servizi si prestano anche attenzioni preventive riguardanti ad esempio gli aspetti patologici, la corretta alimentazione, e le attività motorie e/o psicomotorie.
I centri di accoglienza diurni rappresentano inoltre un momento di rassicurante collaborazione tra gli operatori e le famiglie che in questo modo hanno l'occasione per dedicarsi anche alla cura di se stesse. Quindi sia per la qualità di vita dei disabili e sia per la promozione dell'equilibrio psicofisico e sociale delle loro famiglie, i centri diurni vanno considerati elementi catalogabili nel concetto di "salvavita" e per questo non assoggettabili alla compartecipazione.
Siamo fermamente convinti che l'inserimento dei CEOD nel livello essenziale delle prestazioni sociali è uno dei modi per attuare concretamente il principio di uguaglianza di tutti i cittadini sancito dall'art. 3 della Costituzione laddove affida allo Stato il compito di intervenire per rimuovere gli ostacoli di ordine economico-sociale che impediscono l'inserimento e la partecipazione di tutti alla vita del Paese, in modo che ogni cittadino possa davvero godere di pari opportunità ed accedere indistintamente a determinate utilità sociali quali l'istruzione (art. 34 Costituzione), la salute (art. 32 Costituzione), il lavoro (art.38 Costituzione).

Maddalena Borigo Daniel
presidente

Risponde Tino Bedin
Gentile Presidente Borigo Daniel, ho letto con molto interesse sia la lettera che lo studio con i quali il Coordinamento regionale veneto Anffas-Sedi locali motiva la convinzione che i Centro occupazionali diurni debbano essere inseriti tra quelli che la legge sull'Assistenza, approvata dall'Ulivo nella scorsa legislatura, individua come livelli essenziali delle prestazioni socio-assistenziali. Mi pare che la "lettura" che voi fate di quella legge corrisponda allo spirito con cui è stata pensata e quindi scritta. In particolare è centrale - nelle vostre considerazioni e nella legge - il richiamo all'articolo 3 della Costituzione, che affida alla Repubblica la missione di eliminare gli ostacoli alla piena cittadinanza di ogni persona italiana.
Parte strutturale della Repubblica italiana, in particolare per realizzare questa missione attraverso l'attuazione della legge nazionale sull'Assistenza, sono le Regioni. Giustamente il vostro studio si diffonde ampiamente sulle aspettative che la Regione Veneto è chiamata a soddisfare.
Confermo quindi la mia disponibilità istituzionale e politica. Istituzionale, per favorire eventuali perfezionamenti della legge nazionale o della sua applicazione che individuaste come necessari per il raggiungimento della missione repubblicana espressa dall'articolo 3 della Costituzione. Politica, che accompagnare le decisioni che a seconda delle competenze e dei ruoli devono essere prese in Veneto.

    Partecipa al dialogo su questo argomento
VAI ALLA PAGINA PRECEDENTE | STAMPA LA PAGINA | VAI A INIZIO PAGINA

26 luglio 2002
di-071
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin