IN DIALOGO TRA CITTADINI

Roma, 24 luglio 2002

Rischiano di restare senza lo strumento di lavoro fondamentae
I laureati in informatica chiedono
di utilizzare la loro abilitazione

La specifica commissione del ministero dell'Istruzione e dell'Università dovrà trovare la soluzione


Egregi Senatori, sono Alessandro Labonia, Presidente Nazionale ALSI (l'Associazione dei dottori informatici). Ringrazio quanti con passione stanno difendendo il diritto dei laureati in Scienze dell'Informazione e dai laureati in Informatica di poter continuare ad esercitare la professione per cui hanno raggiunto il massimo titolo di studio possibile (e che esercitano da anni). Non desidero però attaccare coloro che vari motivi non hanno approfondito la nostra problematica e non hanno avuto elementi sufficienti per pensare che si sta verificando una situazione di una gravità eccessiva.
I laureati in Scienze dell'Informazione ed i laureati in Informatica non stanno chiedendo di sostenere un Esame di Stato per raggiungere un'abilitazione. L'abilitazione per esercitare la professione d'informatico ce l'hanno sin da quando si sono laureati, visto che non esistevano Albi che ponevano esclusive sulle loro attività professionali.
Stanno più semplicemente chiedendo di poter difendere la loro abilitazione. Una abilitazione cioè che era dei Laureati in Scienze Informatiche ed ora sta divenendo esclusiva dei vecchi laureati in Ingegneria edile, o Ingegneria meccanica.
Pur di evitare ogni polemica con l'Ordine degli ingegneri, stiamo cercando di sorvolare su tutto, ma non si può stare ad osservare lo scippo della nostra professione. Personalmente, privarmi dell'abilitazione, vuol dire privarmi dell'unico strumento che ho per vivere del mio lavoro, ed è più grave che privarmi della mia unica casa, della mia unica auto e di tutti gli altri beni materiali. Oltre che un ingente danno esistenziale, rappresenta una ferita morale che è causa di sensazioni impossibili da trasmettervi. In migliaia ci chiediamo se è concepibile che delle leggi dello Stato possano privare una categoria di professionisti del diritto di poter continuare ad esercitare la loro professione.
In riferimento a tanti interventi fatti in questi giorni, faccio alcune brevi osservazioni.
Considerando l'alta conoscenza specialistica che hanno i laureati delle Scienze Informatiche nell'ambito dell'analisi, progettazione, direzione lavori e collaudo per i "Sistemi di trasmissione ed elaborazione delle informazioni" di qualsiasi livello, sarebbe impensabile parlare di Sezione B dell'Albo, tanto per i laureati in Scienze dell'Informazione ed Informatica, quanto per i laureati in Ingegneria. Gli iscritti della Sezione B non potranno essere progettisti, collaudatori, direttori dei lavori, ecc.
Considerato che la differenza formativa tra un ingegnere informatico ed un dottore informatico è nulla rispetto alla differenza formativa tra un ingegnere informatico ed un ingegnere meccanico (eppure nel Settore dell'Informazione sono entrati tutti gli ingegneri) appare inopportuno concentrarsi a cercare delle diversità professionali tra ingegneri informatici e dottori informatici tali da giustificare incompatibilità d'accesso allo stesso Settore.
Considerato che senza dubbio il criterio di "garantire la qualità del professionista e della prestazione professionale" ed il principio del "rapporto fiduciario fra il cliente ed il fornitore della prestazione intellettuale" sono meglio assicurati se per la fornitura professionale informatica ci si rivolge ad un laureato in Scienze dell'Informazione che non ad un laureato in Ingegneria civile, non si possono porre problemi all'accesso dei laureati in Scienze Informatiche al Settore dell'Informazione sulla base di tali principi.
Considerato che i risvolti delle mancate equipollenze tra tutte le vecchie lauree e tutte le nuove lauree saranno causa di lesive situazioni che verranno a galla sin dai prossimi mesi, sin da quando cioè i vecchi laureati si ritroveranno esclusi dai bandi di concorso per problemi di denominazione e considerato che se si chiede ad un Presidente di Corso di laurea (che ha dichiarato - firmando - che i vecchi corsi di studio erano più difficili e formativi che i futuri) di fare un conteggio di crediti formativi, si ritrova con leggeri fatali scarti perchè non ha alcuno strumento per considerare (in termini di c. f.) che il tale esame era più difficile e completo nel '80 di quanto non lo sarà nel 2003, o che il numero delle ore di lezione era inferiore ma si spiegavano cose più specialistice e complesse, o ancora che una materia era talmente complessa che ora è diventata un annuale e gli si attribuisce il doppio dei crediti formativi, sarebbe il caso di ripristinare al più presto il 'corretto' strumento dei "decreti di equipollenza".
Spero che nella Commissione di lavoro che saranno istituite dal MIUR per la risoluzione dei problemi dell'Albo degli ingegneri, Settore dell'informazione, si intenda coinvolgere anche esponenti dell'Ordine e dell'ALSI. Lo spero perchè sono convinto che questa scelta faciliterà il compito del MIUR. E perchè credo che tra gente per bene sia possibile trovare una soluzione che tenga conto anche dei diritti di colui che ha studiato con la stessa dedizione ed intensità, ma si trova dall'altra parte del tavolo.

Alessandro Labonia
presidente nazionale Alsi

Risponde Tino Bedin
La materia non è tra quelle che mi sono state affidate nel mio incarico al Senato, ma le motivazioni che proponete sono tali che richiedono comunque la conoscenza e poi l'azione dei rappresentanti dei cittadini. L'una e l'altra non mancheranno da parte mia. In particolare assumere iniziative perché la commissione di lavoro istituita dal ministero dell'Istruzione e dell'Università su faccia carico della soluzione del problema.

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24 luglio 2002
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Tino Bedin