IN DIALOGO TRA CITTADINI

Mestre (Venezia), 30 aprile 2002

Le fondate ragione degli ottici contro una proposta del governo
Non è nei supermercati o nelle farmacie
che si individuano i difetti della vista

Un sistema di garanzie per i consumatori va costruito con una legge


Pregiatissimo Senatore Bedin, il Regolamento concernente l'individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'ottico, che il Ministero della Salute ha presentato nelle settimane scorse al Consiglio di Stato, restringe, di fatto, il campo di operatività che l'ottico ha in base alla vecchia "legge quadro" di settore (Regio Decreto n° 1334 del 1928) allungandone anche la formazione professionale.
Agli ottici professionisti, in buona sostanza, con questa riforma viene lasciata soltanto l'individuazione, la correzione e la comprensione di difetti ottico-visivi approntando occhiali, lenti a contatto estetiche e correttive per le miopie lievi (fino a 3 diottrie) e la presbiopia. Nonché la vendita di occhiali protettivi. Per tutto il resto occorre la ricetta del medico oculista.
Queste disposizioni, se approvate, impedirebbero alla categoria degli ottici, in futuro, di effettuare operazioni di misurazione della vista sminuendone il ruolo e la specializzazione acquisita in oltre 70 anni di impegno professionale.
Non è accettabile, inoltre, che presso le farmacie, le sanitarie e i supermercati sia possibile, da parte di operatori non in possesso di un'adeguata qualifica, commercializzare occhiali per presbiti e/o occhiali "da sole", mentre gli ottici professionisti, per effettuare la medesima vendita, avranno l'obbligo, (grazie alle disposizioni previste dal nuovo Regolamento), di un diploma di laurea.
Chiediamo, quindi, un Suo autorevole interessamento affinchè si abbia una nuova legge di settore, e non un semplice Regolamento, che riformi la nostra arte ausiliaria, in grado di tenere conto dei cambiamenti tecnologici avvenuti negli ultimi decenni e che riconosca la figura dell'optometrista (professione intermedia tra l'ottico e il medico oculista). Figura, quella del'optometrista, che non è stata ancora introdotta per legge in Italia, anche se qualche mese fa la Corte di Cassazione ne ha sancito le legittimità, peraltro già riconosciuta in altri Paesi europei, negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, etc.
L'optometrista è un tecnico specializzato preparato ad effettuare analisi della visione si occupa di occhi sani valutando, tramite l'esame optometrico, quale soluzione sia più congeniale in rapporto alle esigenze ottiche e funzionali. Il suo compito è quello di individuare e configurare il problema, fornire i messi compensativi idonei alla soluzione funzionale del problema occhiali, lenti a contatto e sistemi ingrandenti, utilizzando, quando necessario, l'educazione visiva (Visual Training - Allenamento visivo) per preservare, rafforzare e migliorare l'efficienza visiva del soggetto, nonché nel realizzare soluzioni teoriche e applicative di carattere specifico.
Competenze, quelle sopra descritte, in grado di individuare, correggere e compensare difetti ottico-visivi di astigmatismo e di ipermetropia a tutto vantaggio degli utenti che possono così evitare di ricorrere all'approssimativa e pericolosa autodiagnosi in farmacia, supermercato o sanitaria; prevenire l'aggravarsi di eventuali patologie, abbreviando le liste di attesa per una visita oculistica, che ora, essendo in promiscuità con quelle optometriche, spesso sono assurdamente lunghe.
Chiediamo un suo autorevole intervento affinchè il Regolamento in oggetto venga completamente rivisto e con una nuova legge si riconosca la figura dell'optometrista.

Ivano Muffato, Giuseppe Bortolussi, Ivo Borghi, Giorgio Benedetti
Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre

Risponde Tino Bedin
La vostra lettera mi conferma che le mie opinioni sul profilo professionale dell'ottico, nate dalla consuetudine con alcuni vostri colleghi padovani, sono in sintonia con le vostre. Da queste convinzioni è nato un disegno di legge di cui sono primo firmatario e che è già stato presentato. Il Regolamento predisposto dal governo è infatti del tutto inadatto a dare finalmente una adeguata normativa alla materia, a vantaggio in primo luogo dei consumatori.

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15 maggio 2002
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