IN DIALOGO TRA CITTADINI

Roma, 9 maggio 2002

Si rischia la disintegrazione di una cultura normativa e giuridica
La controriforma ambientale
Intanto il governo continua a sottrarre poteri anche ai sindaci


Egregio Senatore, in questi mesi in Parlamento sono approdate decine di norme contenute in provvedimenti sulle tematiche più varie che hanno inciso pesantemente su molte delle materie fondamentali: valutazioni d'impatto ambientale; lavori pubblici; procedure accelerate e partecipative; demanio; aree e zone vincolate; intervento nei centri storici; rifiuti; settore energetico; attività industriale; bonifiche; reati ambientali; attività venatoria; aree protette.
La nostra valutazione è che stiamo assistendo ad uno stillicidio di norme e provvedimenti, spesso improvvisati e di scarsa qualità tecnica, difficilmente interpretabili e applicabili, che si configurano però nel loro complesso come una vera e propria controriforma in campo ambientale e che comunque disattivano il quadro di certezze e regole acquisite.
A nostro avviso il ritmo incalzante con cui il Governo redige disegni di legge e decreti legge, che spesso contengono norme di dubbia costituzionalità o in contrasto con la normativa europea, incide sulla serenità e l'efficacia dei lavori parlamentari (come è avvenuto nel caso dell'ampia convergenza registrata in occasione del voto dell'art. 71 della Legge Finanziaria 2002 sulla svendita delle aree demaniale ai privati, che ancora produce i suoi effetti).
L'uso improprio della legge delega, nel caso ad esempio, del riordino complessivo della normativa ambientale, esautora il Parlamento, impedendogli di entrare nel merito delle materie trattate che, oltre a quelle già ricordate, riguardano la normativa sulle acque, sulla difesa del suolo, sul danno ambientale, sull'inquinamento atmosferico, sull'autorizzazione ambientale integrata.
A quest'ultimo proposito, se con le modifiche puntuali contenute in leggi già in vigore e in provvedimenti in discussione il disegno di legge può apparire disarmonico, con il disegno di legge sul riordino e coordinamento delle leggi in materia ambientale e con la cosiddetta Legge Obiettivo ed i suoi provvedimenti attuativi si rischia la disintegrazione di una cultura normativa e giuridica che fa tornare il nostro paese indietro perlomeno di trenta anni.
Vi volevamo informare di queste nostre valutazioni, annunciando una campagna di informazione e di mobilitazione delle coscienze, in accordo con le altre associazioni ambientalististe, che risvegli nel Parlamento e fuori da esso quanto di meglio si è depositato nella cultura collettiva del Bel Paese.

Fulco Pratesi

Risponde Tino Bedin
Come parlamentare dell'Ulivo non posso che sottoscrivere le valutazioni e le preoccupazioni. Ne sottolineo una in più: la sottrazione di potere egli enti locali, anche questa realizzata con vari provvidimenti: i cittadini rischiano di non poter contare più neppure sui loro sindaci per far valere le ragioni del territorio.

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10 maggio 2002
di-058
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