Egregio Senatore, in questi mesi in Parlamento sono approdate decine di norme contenute in provvedimenti sulle tematiche più varie che hanno inciso pesantemente su molte delle materie fondamentali: valutazioni d'impatto ambientale; lavori pubblici; procedure accelerate e partecipative; demanio; aree e zone vincolate; intervento nei centri storici; rifiuti; settore energetico; attività industriale; bonifiche; reati ambientali; attività venatoria; aree protette.
La nostra valutazione è che stiamo assistendo ad uno stillicidio di norme e provvedimenti, spesso improvvisati e di scarsa qualità tecnica, difficilmente interpretabili e applicabili, che si configurano però nel loro complesso come una vera e propria controriforma in campo ambientale e che comunque disattivano il quadro di certezze e regole acquisite.
A nostro avviso il ritmo incalzante con cui il Governo redige disegni di legge e decreti legge, che spesso contengono norme di dubbia costituzionalità o in contrasto con la normativa europea, incide sulla serenità e l'efficacia dei lavori parlamentari (come è avvenuto nel caso dell'ampia convergenza registrata in occasione del voto dell'art. 71 della Legge Finanziaria 2002 sulla svendita delle aree demaniale ai privati, che ancora produce i suoi effetti).
L'uso improprio della legge delega, nel caso ad esempio, del riordino complessivo della normativa ambientale, esautora il Parlamento, impedendogli di entrare nel merito delle materie trattate che, oltre a quelle già ricordate, riguardano la normativa sulle acque, sulla difesa del suolo, sul danno ambientale, sull'inquinamento atmosferico, sull'autorizzazione ambientale integrata.
A quest'ultimo proposito, se con le modifiche puntuali contenute in leggi già in vigore e in provvedimenti in discussione il disegno di legge può apparire disarmonico, con il disegno di legge sul riordino e coordinamento delle leggi in materia ambientale e con la cosiddetta Legge Obiettivo ed i suoi provvedimenti attuativi si rischia la disintegrazione di una cultura normativa e giuridica che fa tornare il nostro paese indietro perlomeno di trenta anni.
Vi volevamo informare di queste nostre valutazioni, annunciando una campagna di informazione e di mobilitazione delle coscienze, in accordo con le altre associazioni ambientalististe, che risvegli nel Parlamento e fuori da esso quanto di meglio si è depositato nella cultura collettiva del Bel Paese.
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