IN DIALOGO TRA CITTADINI

Battaglia Terme (Padova), 16 marzo 2002

Tutela sanitaria e sociale, il diritto allo studio, la dignità del lavoro...
Via dall'Europa anche i muri
delle differenze tra cittadini

Uno dei temi al recente Consiglio europeo di Barcellona


Caro Senatore, ieri sera era nel mio paese, a Battaglia Terme, dove altre volte è già stato ed io ho avuto modo di apprezzarLa quale persona onesta, competente e capace di farsi capire dalla gente.
Ricevo, dagli amici della Margherita, le lettere che scrive sui vari temi di attualità e politica. In quella n. 57 parla dell'Euro con argomentazioni intelligenti; certo ora quella moneta ci unisce ma tanta strada dobbiamo fare ancora per creare un comune sentire europeo.
Personalmente mi sento in questo momento molto più toccato dalle nuove ricette liberiste del governo italiano, che sembrano voler di molto ridurre le conquiste dei lavoratori degli anni 60 e 70.
Sono indignato dal modo strumentale in cui si utilizza l'Europa per veicolare le tesi più diverse (l'UE chiede più flessibilità nelle imprese ed allora l'UE va bene al governo, però se ci sono le rogatorie da rivedere allora per Bossi &C l'UE diventa una forcolandia stalinista).
Io credo che grazie alla serietà del nostro popolo che ha riposto fiducia nei governanti dell'Ulivo, in primis Romano Prodi, siamo entrati a testa alta nella moneta unica, ma che ora si debbano dare contenuti autentici, alti e condivisi alla parola Europa; sarebbe ben poca cosa spendere la stessa moneta a Stoccolma, Lisbona ed Atene se in tutta l'Europa non ci si muovesse in un piano di valori etici - soprattutto nell'economia - che pongano l'uomo e non le finanze al centro della scena.
Mi riferisco, prima ancora che alla nuova Costituzione, ad una definizione di parametri di tutela sociale, sanitaria, di diritto allo studio, di sostegno alle famiglie, di dignità del lavoro e dei lavoratori, di rispetto di regole comuni per quanto attiene l'eleggibilità e le incompatibilità per chi detiene la proprietà di strumenti di consenso; anche le norme tributarie (aliquote IVA, etc) dovrebbero essere armonizzate se non proprio uniformi; e così pure le modalità di ottenere autorizzazioni e servizi della pubblica amministrazione; similitudine di norme negli appalti pubblici e nei modi di approvazione e realizzazione delle infrastrutture indispensabili alla circolazione di uomini e merci.
Insomma vorrei che davvero cadessero i muri e le discriminazioni ancora presenti tra i vari paesi, o per meglio dire, nelle condizioni di vita dei cittadini dei vari stati europei.
Troppo spesso invece i politici italiani di problemi concreti non parlano, recitando ruoli incomprensibili di quel teatrino della politica sempre più distante ed ermetico, anche nel linguaggio dalla vita reale delle famiglie.
Non sento chiare e dettagliate argomentazioni del centrosinistra alle malefatte di questo governo confindustriale, che riduce le tasse ai più ricchi e non aumenta le pensioni come aveva dichiarato in campagna elettorale; un primo ministro fa le corna goliardicamente in un alto consesso internazionale, si fa beffe dei suoi stessi ministri dicendo al primo ministro tedesco di non prendere sul serio Bossi ed il suo linguaggio "colorito" e non sento levarsi alta ed indignata la voce di nessuno...
Sono preoccupato dall'insofferenza alla critica, anche quella non sgangherata, che mi pare permeare molta parte dell'attuale maggioranza e le vicende della Rai ed anche l'attesa per l'intervento di Benigni a Sanremo la dicono lunga sulla voglia di restaurara la censura o, peggio, l'ostracismo di chi non è allineato.
Troppa carne al fuoco in questa mia lettera, per cui è giusto mi fermi qui, chiedendoLe di farsi sentire di più, di esserci vicino, per non farci provare l'amara sensazione di essere ricordati solo nelle campagne elettorali e poi abbandonati.

Massimo Momolo
Risponde Tino Bedin
Carissimo Massimo Momolo, la mia presenza a Battaglia Terme (dove ero stato pochissime settimane prima per preparare il passaggio dal Ppi alla Margherita), la mia Lettera dal Senato, l'importanza che do alla comunicazione internet con il sito www.euganeo.it, sono tutti modi per non far sentire "abbandonati" gli elettori dell'Ulivo. Forse non sono sufficienti; bisogna trovare anche altri modi: alcuni non dipendono solo da me. Un modo molto utile, ad esempio, è proprio la sua lettera.
Essa aiuta a calibrare la nostra azione sulla base dei messaggi che essa produce nell'elettorato e non solo sulla base delle nostre convinzioni. Lei, ad esempio, dice di non aver sentito chiare e dettagliate argomentazioni del centrosinistra sulle malefatte di questo governo confindustriale. Eppure sia in Parlamento sia a livello politico il contrasto alle decisioni sovversive della Destra è stato ed è forte. Ma non è colto. Non è da solo. I "girotondini" sono altre, tante altre persone che non "sentono" la voce della loro rappresentanza politica. Occorre porvi rimedio, indipendentemente dalle nostre opinioni.
Sui contenuti della sua lettera sono dunque d'accordo. Mi sembra utile far girare le sue idee anche al di là del dialogo fra noi due: per questo mi sono permesso di pubblicarle sul mio sito internet (trova la lettera all'indirizzo www.euganeo.it/dialogo). Voglio solo sottolineare quello che lei dice dell'Europa: ritengo anch'io essenziale il cammino che dia gli stessi diritti e le stesse opportunità a tutti i cittadini europei. Per questo nella mia recente attività parlamentare ho molto insistito nella preparazione del recente Consiglio europeo di Barcellona, che doveva fare il punto proprio sull'Europa sociale e del lavoro. Anche in questo caso c'è stato il silenzio del governo (del resto con Berlusconi nel doppio incarico il Parlamento aveva ancor meno interlocutori).
Tuttavia non smetteremo. So che il futuro dell'Europa è nel consenso dei propri cittadini. Essi l'hanno amata e la amano perché ha costruito e difeso la pace sul continente; oggi le chiedono di costruire la giustizia e di estendere le libertà. È quello che vogliamo che avvenga.
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20 marzo 2002
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