IN DIALOGO TRA CITTADINI


Bassa Padovana, 10 dicembre 2001

Rischia di essere snaturata la direttiva europea
Se ogni regione dà la caccia a passeri e fringuelli
Inascoltata la proposta dell'Ulivo di un approfondimento sulle conseguenze del federalismo in materia venatoria


Caro Senatore, mi rivolgo a Lei che è stato eletto nel mio collegio.
Il Governo propone la modifica della legge quadro sulla caccia n. 157 del 1992 nella parte che riguarda le deroghe per il prelievo di specie protette. Dietro l'apparente necessità di recepire l'art. 9 della direttiva Uccelli (79/409/CEE), infatti, il governo delega alle regioni, con il disegno di legge n. 628 in via di approvazione, la disciplina delle "catture e la detenzione o altri impieghi misurati", cioè la cosiddetta "caccia in deroga" di specie protette come lo storno, i passeri, la peppola, il fringuello che, tipicamente migratorie, passano sull?Italia soltanto in alcuni momenti dell'anno e che sono comunque considerate a livello europeo e internazionale specie a rischio e quindi escluse dalla lista delle specie cacciabili nella legislazione italiana.
Il disegno di legge in questione è, a nostro avviso, del tutto illegittimo per diversi motivi sia di carattere formale che sostanziale. Il testo del DDL, infatti, prevede una delega generica e non disciplina le "deroghe" come invece vorrebbe la direttiva. In più questa posizione potrebbe comportare anche un'azione d'infrazione da parte della Comunità europea per violazione ed errata applicazione della Direttiva Uccelli.
Nella pratica, con la delega alle regioni della disciplina delle deroghe, se ogni regione anche rispettando i termini di legge, aprisse il prelievo in deroga in piccole quantità di specie protette, sommando tutte le "piccole quantità" delle regioni italiane ne verrebbe fuori senza dubbio una "enorme quantità" della stessa specie, che dunque viola lo scopo di tutela e protezione della fauna della nostra legge e della direttiva.
Con l'approvazione di tale disegno di legge si avrebbe, dunque, un gravissimo risultato: ogni regione potrebbe di anno in anno modificare a sua discrezione l'elenco delle specie cacciabili, violando non solo la legge italiana ed europea, ma soprattutto il principio fondamentale di conservazione della fauna selvatica che è patrimonio indisponibile dello Stato e tutelata nell'interesse nazionale e internazionale.
Le chiedo fermamente di adoperarsi affinché tale modifica non passi. Seguirò con attenzione e fiducia il Suo operato su questo tema.

Sonia Bandiera
Risponde Tino Bedin
Gentile concittadina Sonia Bandiera, il disegno di legge che lei sottopone alla mia attenzione merita effettivamente una puntuale verifica da parte del Parlamento. Le ragioni che ha indicate sono condivisibili, ma c'è una più generale questione che ora si pone in Italia con l'introduzione del federalismo, a seguito della legge costituzione dell'Ulivo approvata dal referendum popolare: in che modo le regioni partecipano alla attuazione della normativa comunitaria in Italia.
Io ho avuto modo di occuparmi del disegno di legge proprio per gli aspetti comunitari, in quanto la Giunta per gli Affari europei del Senato è stata chiamata ad esprimere il parere di conformità. Mentre il presidente aveva ritenuto di limitare l'esame al comitato pareri, senza quindi la pubblicità dei lavori, nella seduta del 17 ottobre scorso ho chiesto che il disegno di legge fosse assegnato alla commissione nel suo insieme. In base al regolamento questo mi era dovuto.
Nella seduta della commissione del 24 ottobre è stato quindi esaminato il disegno di legge. Anche in questa occasione la mia proposta è stata quella di ampliare il dibattito e quindi ho chiesto alla commissione di assumere altri elementi e quindi di non dare il parere. Poiché la maggioranza non era disponibile, il senatore Manzella, Ds, ha chiesto che il parere alla commissione Ambiente fosse condizionato all'approfondimento in quella sede delle osservazioni sulle competenze nazionali e regionali in materia. Ma anche questa proposta non è stata accolta dalla maggioranza.
Le riporto (sotto) stralci del resoconto del dibattito in commissione. Per sua conoscenza annoto che la senatrice Donati è del gruppo dei Verdi, il sottoscritto e il senatore Filippelli sono del gruppo Margherita, il senatore Manzella e la senatrice De Zulueta sono del gruppo dei Democratici di Sinistra. Gli altri senatori citati sono del Polo. Un cordiale saluto.

Senato / Giunta per gli Affari Europei
Seduta del 24 ottobre 2001-12-29
La senatrice DONATI illustra i motivi che, con il senatore Bedin, l'hanno indotta a chiedere, nella seduta del Comitato pareri della scorsa settimana, la remissione nella seduta plenaria della Giunta dell'esame dei provvedimenti in titolo. Come rilevato anche dal senatore Basile si pone infatti una complessa questione di ripartizione di competenze fra le attribuzioni delle regioni e quelle dello Stato cui spetta, in ultima analisi, la responsabilità per l'adempimento degli obblighi comunitari. L'ampia discrezionalità lasciata dal disegno di legge n. 628 e dagli altri provvedimenti in titolo alle regioni in merito all'attuazione della direttiva 79/409/CEE non appare infatti idonea a recepire i rilievi delle varie sentenze di condanna della Corte di giustizia delle Comunità europee fra cui, da ultimo, quella del 27 maggio 2001. A tale proposito sarebbe invece preferibile precisare, in conformità con l'articolo 9 della suddetta direttiva, condizioni e procedure cui devono attenersi le regioni nell'adottare delle deroghe alla normativa comunitaria.
Il senatore BEDIN rileva come l'ampio dibattito in corso dimostri la fondatezza della richiesta espressa nell'ambito del Comitato pareri affinché l'esame dei provvedimenti in titolo venisse rimesso nella sede plenaria della Giunta.
Egli comprende il richiamo del Presidente ad esprimere il parere della Giunta in tempo utile per l'esame in corso presso la Commissione di merito e, alla luce delle osservazioni che sono emerse, propone di esprimere un giudizio sospensivo invitando la Commissione di merito ad approfondire ulteriormente i suddetti aspetti.
Il senatore MANZELLA dichiara di poter aderire ad un parere favorevole sui provvedimenti in titolo ove vengano precisate le disposizioni che consentono di completare l'attuazione delle direttive comunitarie che disciplinano la materia in esame.
Il senatore BEDIN concorda con la proposta del senatore Manzella precisando che essa si potrebbe tradurre nell'espressione di un parere condizionato all'introduzione di modifiche volte a chiarire la ripartizione delle responsabilità fra lo Stato e le regioni nell'assolvimento degli obblighi comunitari.
Il relatore GIRFATTI replica ai senatori intervenuti nel dibattito dichiarando di accogliere le osservazioni che sono state avanzate, in particolare, dai senatori Donati e Manzella, a proposito dell'esigenza di chiarire la ripartizione delle responsabilità fra lo Stato e le regioni nell'assolvimento degli obblighi comunitari, quali considerazioni preliminari di un parere favorevole sui disegni di legge n. 628 e n. 663 e favorevole, con le osservazioni esposte, sui disegni di legge n. 351, n. 525 e n. 605.
Il senatore BEDIN dichiara di non poter aderire alla proposta del relatore a meno che questi non esprima un parere condizionato al recepimento delle osservazioni emerse nel dibattito. Il presidente GRECO, preso atto che non vi sono le condizioni per procedere alla stesura di un parere che accolga consensi unanimi, invita i componenti della Giunta ad esprimersi per dichiarazioni di voto, dichiarando personalmente di aderire alla proposta del relatore. Intervengono quindi, per dichiarazione di voto, i senatori BEDIN, DE ZULUETA, DONATI, FILIPPELLI e MANZELLA, pronunciandosi in favore dell'espressione di un parere condizionato al recepimento delle osservazioni emerse nel dibattito, e BASILE, CHIRILLI, MAGNALBO' e SODANO, che aderiscono alla proposta del relatore Girfatti.
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29 dicembre 2001
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Tino Bedin