IN DIALOGO TRA CITTADINI |
Padova, 8 novembre 2001 | |
La sospensione dell'attività della Commissione ministeriale Un colpo mortale alle adozioni internazionali Ma la legge non può non essere applicata |
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Pregiatissimo senatore Tino Bedin, dopo
l'ennesimo oltraggio all'adozione e alle famiglie adottive, dopo l'ennesima violazione dei
diritti dei Minori in stato di abbandono, sanciti dalla Convenzione dell'Aja, ai quali ha
aderito il nostro paese attraverso la legge 476/98, la circolare inviata ieri dalla
Commissione ministeriale per le adozioni internazionali, in cui viene comunicata la
sospensione dell'attività della Commissione stessa fino a data da destinarsi, oltre ad
una non ottemperanza della legge, rappresenta un altro duro colpo, se non la morte
dell'Istituto dell'Adozione internazionale. In qualità di genitori adottivi siamo a chiedere il suo aiuto affinché almeno alcuni dei "figli di nessuno" possano continuare a sperare in una possibile nuova famiglia e affinché la cultura dell'accoglienza, che si manifesta anche attraverso la volontà di accogliere un figlio già nato, non venga ancora una volta calpestata. Chiedendo il suo impegno e il suo aiuto, resto a disposizione per ogni informazione e documentazione necessarie. |
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Bruna Rizzato Presidente Arcobaleno Associazione italiana per l'Adozione internazionale |
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Risponde Tino Bedin La circolare che ha determinato la sua preoccupazione va immediatamente verificata dal ministro competente: un organo ministeriale non può rendere inutile una legge del Parlamento. In questa direzione chiedo chiarimenti al governo attraverso le procedure parlamentari. Sulle risposte non mancherò di informare lei personalmente e i miei concittadini attraverso Euganeo.it. Intanto non posso non sottolineare come in non rare occasioni le regole della nostra società finiscano per contraddire le aspirazioni e i sentimenti. Credo che uno degli aspetti positivi della mondializzazione, sia l'accresciuta disponibilità a farsi carico delle condizioni di disagio di cui si viene a conoscenza attraverso i mezzi di informazione. Penso in questo momento alle immagini dei bambini che arrivano dall'Afghanistan e che sollecitano una risposta umanitaria altrettanto vigorosa di quella che opportunamente abbiamo ritenuto di dare al terrorismo internazionale. Non credo ovviamente che le adozioni possano essere una soluzione generale, ma in casi specifici anche questa disponibilità deve essere messa in condizione di potersi esprimere. |
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17
novembre 2001 di-016 |
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