IN DIALOGO TRA CITTADINI |
Legnaro (Padova), 6 agosto 2001 | |
L'iniziativa di solidarietà promossa dalla Facoltà di Agraria Una trentina di giovani sudanesi a lezione all'Università di Padova Bedin: intanto però il G8 è stato una delusione per i paesi poveri |
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Caro senatore Bedin, mi è gradito
informarti che lo stage dei 31 sudanesi ospiti della Facoltà di Agraria dell'Università
di Padova, nel periodo 27 giugno 13 luglio 2001, è pienamente riuscito con soddisfazione
reciproca. Attraverso dieci seminari tenuti da colleghi esperti nei settori agro-forestali
e altri settori a questi collegati, otto visite guidate in strutture e/o attività
specialistiche e sei incontri istituzionali di notevole rilevanza, i nostri ospiti hanno
potuto non solo migliorare le proprie competenze, ma anche conoscere adeguatamente la
situazione della nostra Regione. Tale successo è in parte dovuto anche alla tua competenza, disponibilità ed accoglienza. Pertanto anche a nome dei sudanesi e del Preside della Facoltà di agraria, ti porgo un sentito ringraziamento per quanto hai potuto fare per la buona riuscita di tale iniziativa di solidarietà interuniversitaria che continueremo a sostenere. |
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Prof. Giorgio Franceschetti Facoltà di Agraria dell'Università di Padova |
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Risponde Tino Bedin Caro Franceschetti, il merito è soprattutto tuo, della competente continuità con cui ti dedichi alla cooperazione internazionale. C'è anche la tua sollecitazione nell'attenzione che ho dedicato e dedico in sede parlamentare all'aiuto pubblico allo sviluppo. All'inizio di una nuova legislatura non posso non rilevare con soddisfazione che durante i Governi dell'Ulivo, l'Italia è diventato il terzo Paese nel mondo che dà aiuti ai Paesi in via di sviluppo, impegnando uomini, mezzi e risorse più di ogni altro Paese al mondo, tranne due. Anche con alle spalle questo risultato, certamente insufficiente per i bisogni ma politicamente rilevante, giudico deludente l'esito del G8 di Genova. Ecco schematicamente alcune lacune: per la liberalizzazione degli scambi per aiutare i paesi in via di sviluppo, non è stato fatto un solo passo avanti rispetto a quanto già deciso al G8 di Seattle; per la cancellazione del debito, sono apparse ancora troppo timide le decisioni rispetto al G8 di Colonia; nonostante la volontà della comunità internazionale, più volte ribadita, di dimezzare la povertà mondiale entro il 2015, siamo ancora lontanissimi dallobiettivo di destinare lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo dei Paesi ricchi alla cooperazione allo sviluppo; infatti nel documento finale si sostiene l'aiuto pubblico allo sviluppo senza però quantificare gli impegni; eppure lo stesso ministro Ruggiero aveva assicurato in Parlamento l'impegno del Governo per il raggiungimento della soglia Ocse dello 0,7; per la lotta all'Aids, certamente apprezzabile, lo stanziamento complessivo è inferiore al costo organizzativo degli ultimi due G8, se dividiamo 1 miliardo e 300 milioni di dollari per i 36 milioni di ammalati di Aids, vengono meno di 75 mila lire per malato: e questo in teoria, perché gran parte della somma indicata dal G8 di Genova è destinata alla ricerca delle multinazionali farmaceutiche, prevalentemente statunitensi. È di qualche mese fa la pubblicazione di uno studio dell'Ocse sull'economia del millennio che si è chiuso. Il curatore, Madison, annota che oggi tra la nazione leader, gli Stati Uniti d'America, e la regione più povera, l'Africa, il rapporto è di 20 a 1, e il divario tende ad ampliarsi sempre più, e che a causa dell'Aids c'è un calo di speranza di vita in tanti Paesi dell'Africa. Ho annotato questi breve appunti, caro Franceschetti, perché mentre con il tuo impegno l'Università di Padova svolge il suo compito di facilitare la diffusione della cultura, non altrettanto sembrano essere in grado di fare sul tema cruciale, quello della sopravvivenza alimentare. Il dibattito sull'ordine pubblico sta oscurando i contenuti anche della prossima assemblea generale della Fao, indetta a Roma in novembre. Sta oscurando ad esempio il fatto che fu proprio la precedente assemblea nel 1995 (il cui protagonista fu Fidel Castro, bravissimo, l'unico delle persone importanti a venire a Roma) a prendere l'impegno, per il 2015, a dimezzare il livello della fame nel mondo: a sei anni di distanza, non solo non si sono fatti passi avanti, ma molti popoli hanno fatto un passo indietro. Il vertice della Fao è importante perché dovrebbe almeno servire a riaffermare che lo sviluppo è certamente legato all'educazione e alla sanità, ma anche alla vita, all'alimentazione: se la gente muore di fame, tutto il resto cosa rappresenta? |
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25
agosto 2001 di-009 |
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