IN DIALOGO TRA CITTADINI |
Padova, 27 luglio 2001 | |
Appello ai parlamentari veneti contro le scelte della maggioranza La cooperazione condannata ad una lenta e inesorabile agonia Bedin: ecco le ragioni della prossima battaglia in Senato |
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Egregio Senatore Tino Bedin, come saprà
nelle commissioni Finanze e Giustizia della Camera è in corso il dibattito sul disegno di
legge Mirone di modifica del diritto societario. Il 19 luglio scorso è stato approvato un
testo dell'art. 5 della Riforma del Diritto societario che intende promuovere la
trasformazione delle cooperative in società per azioni. La Confcooperative Veneto esprime una pesante critica sulla soluzione prospettata che, se mantenuta con questa impostazione, può non solo comprometterne lo sviluppo, ma la stessa sopravvivenza. Infatti l'emendamento approvato non difende la cooperazione autentica ma, confinandone il campo di azione in ambiti sempre più ristretti, ne può decretare una lenta ed inesorabile agonia. Faccio quindi appello alla sensibilità dei parlamentari veneti affinché con l'esame del provvedimento in aula si ritorni ad una posizione sulla cooperazione più costruttiva e responsabile. |
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Olga Pegoraro presidente Confcooperative Veneto |
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Risponde Tino Bedin Con la riforma del diritto societario, approvato dalla Camera e trasmesso al Senato, la maggioranza berlusconiana ha da una parte - come lei presidente ricorda - attaccato la solidarietà cooperativa tentando di romperla, e dall'altra - con le norme sul falso in bilancio - ha abbassato la legalità del nostro paese ed ha reso peggiore l'immagine dell'Italia nel mondo, facendola apparire come un paese che ama l'illegalità. Eppure - come ha ricordato nell'aula della Camera Roberto Pinza della Margherita, "questo disegno di legge era ed è importante. Per due anni l'onorevole Mirone, il cui nome contrassegna il progetto, aveva interpellato con pazienza e rispetto tutta la società: associazioni professionali, magistrati, imprese, lavoratori, consumatori, università ed aveva redatto un progetto, appunto, che voleva rendere il nostro sistema migliore, più competitivo, più moderno e più giusto. Questo Governo l'aveva fatto proprio e lo aveva ripresentato così com'era: evidentemente, perché ne condivideva l'impostazione; ma poi ha cambiato rotta e, attraverso i suoi uomini nelle Commissioni, lo ha sfigurato". Le nuove norme sul falso in bilancio consentiranno a Berlusconi e a qualcuno dei suoi più vicini collaboratori di far prescrivere rapidamente i reati che li riguardano. Alcuni esperti hanno calcolato che i reati di cui sono imputati si prescriverebbero solo nel 2008-2009. Quindi, vi sarebbe tutto il tempo perché i processi si celebrassero per loro, come avviene per ogni cittadino italiano. Ma l'idea di essere un cittadino come un altro non piace a Berlusconi. Ma veniamo alla cooperazione. Su questa materia la maggioranza berlusconiana ha utilizzato Giorgio La Malfa, che ha attaccato il movimento cooperativo con la motivazione che intendeva colpire le cooperative false. Con una dura battaglia parlamentare i deputati dell'Ulivo hanno ridotto le conseguenze di questa legge sbagliata. Non è ancora sufficiente. Al Senato continueremo a lavorare per eliminare completamente gli errori. Noi siamo d'accordo finché si tratta di buttare fuori dal mondo della cooperazione le cooperative false. Ma contrasteremo politicamente e legislativamente il desiderio del centro-destra di frantumare il mondo cooperativo fra cooperative piccolissime e protette, ma che contano poco, un grande mondo cooperativo abbandonato a se stesso, ed altre cooperative ancora che non vengono toccate dalla legge. La facilità con cui in commissione la maggioranza ha fatto passare l'iniziativa di La Malfa dimostra che nella Casa berlusconiana sono moltissime le persone a cui non interessa nulla la solidarietà, non interessa che decine, centinaia, migliaia di persone si mettano insieme senza scopo di lucro per perseguire un fine comune di mutualità. Non interessa che cosa abbiamo rappresentato nella democrazia, non solo economica, ma politica italiana le cooperative. Non interessa che negli ultimi anni siano sorte migliaia di cooperative giovanili e che i giovani si siano appassionati a questo mondo. Non interessa che alle cooperative siano iscritti oltre otto milioni di italiani e che la cooperazione oggi, insieme all'associazionismo, faccia fronte ai problemi più delicati della società. Tutto questo è tipico della generosità e dello spirito solidaristico, ma a troppi nella Destra non interessa. |
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25
agosto 2001 di-008 |
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