IN DIALOGO TRA CITTADINI |
San Giorgio delle Pertiche, 26 luglio 2001 | |
Scambio di idee tra due giovani sul G8 di Genova La competizione globale avrà necessariamente un vincente e un perdente? Democrazia e politica possono progettare un esito diverso |
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Cari amici, credo di conoscere bene
Alessandra e la mail che ci ha spedito mi testimonia del profondo turbamento che le ha
invaso il cuore. Tuttavia, cari amici, il morto ci è scappato anche a Goteborg... Seattle è ormai lontano due anni (luce?)... la delicatezza con cui Alessandra ci fatto avere queste informazioni e la prudenza con cui cerca di farsi un'idea sui fatti credo sia l'atteggiamento giusto che tutti dobbiamo avere oggi. Per arrivare a quale conclusione? Non so, sono anch'io alla ricerca di una rassicurante conclusione che possa essere messa in discussione nel momento stesso in cui si forma. Non sono un qualunquista, proprio per nulla, ma credo di essere caduto nella rete: 1. La globalizzazione è un fenomeno irreversibile; 2. Per sua natura muove enormi interessi positivi e negativi; 3. Come ogni competizione avrà un vincitore ed un perdente; 4. Il perdente reagirà ed il vincente si difenderà; 5. Seattle, Goteborg, Genova... Seattle, Goteborg, Genova... No, Ale, in un Paese democratico non deve succedere che una persona fermata, ma neppure imputata e nemmeno accusata, debba essere soggetta ad angherie di alcun tipo da parte delle "Forze dell'Ordine" e da qualche giorno non accetto più nemmeno la spiegazione che "anche i Poliziotti sono uomini"! No, essi hanno rappresentato anche me in quei giorni, e non lo hanno fatto come io avrei chiesto loro. Ho piacere di continuare a scrivere su questo argomento che non riguarda gli schieramenti politici o i programmi dei partiti, ma che finalmente mi fa discutere del mondo che voglio. Mi permetto di girare il tuo messaggio originale ad alcuni amici. |
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Simone Pasquali | |
Ciao amici, non sono abituata a spedirvi
messaggi che abbiano un contenuto politico, ma questo in particolare mi sta a cuore. Nei giorni scorsi mi sono astenuta dal girarvi gli e-mail che ricevevo, o spedirvi i link alle pagine dei quotidiani on-line, italiani o esteri, che leggevo. Il motivo è che le testimonianze erano tutte di manifestanti. Queste testimonianze mi avevano spaventato, fatto arrabbiare, fatto piangere... ma erano tutte da una sola parte. Oggi la situazione è diversa, e, purtroppo, ancora peggiore, per lo meno dal mio punto di vista. Per favore, indipendentemente da quello che pensate sul G8 e indipendentemente dal vostro orientamento politico, considerate che in un paese democratico non DEVE accadere che un arrestato (anche se colpevole) venga MASSACRATO di botte in caserma, quindi lontano dalla piazza, lontano dalla comprensibile paura che puo' prendere il singolo poliziotto, in un ambiente protetto dove agli innocenti si dovrebbe assicurare la giustizia e ai colpevoli comunque il rispetto dei diritti civili. |
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Alessandra Canton | |
Risponde Tino Bedin Caro Simone, anche a me ha colpito la lettera di Alessandra, che non conosco. Mi permetto di pubblicare parte della sua lettera per rendere comprensibile la tua. Bisogna continuare a parlare di Genova, della sua "cronaca" certo, ma anche dei suoi contenuti. Per questo il coordinamento veneto del nuovo partito "Margherita" ha deciso di dedicare il convegno di studio di inizio settembre a Lavarone (una tradizione del cattolicesimo democratico veneto cui la Margherita non intende rinunciare) alle domande dei giovani sulla globalizzazione. Non è detto infatti che la risposta sia solo nell'economia, nel potere dell'economia. La storia dell'Europa nella seconda metà del secolo scorso dice che anche la democrazia è in grado di dare risposte alle situazioni di disparità, che anche la politica ha un suo ruolo: anzi è finora l'unico ruolo conosciuto che consenta di evitare che la società sia fatta di "perdenti" e di "vincenti". Quello che è riuscito alla generazione precedente alla mia con l'Europa, ora è la sfida che tocca alla mia generazione nel pianeta: ma la sfida non la vincerà la mia generazione; tocca alla vostra generazione mettere intelligenza, cuore e fantasia. Quanto si è mosso e si sta muovendo attorno a "Genova" mi fa credere che siate in grado di "servirvi" positivamente di noi adulti per fare la vostra rivoluzione. Ma le vostre due lettere, in particolare quella di Alessandra, parlano anche della "cronaca" di Genova. Anch'io sono convinto che bisogna continuare a parlarne, che non si può ridurre ad episodio. Sono tra i firmatari della mozione di sfiducia individuale al ministro dell'Interno Scaiola; la mozione ne chiede le dimissioni e verrà discussa venerdì 3 agosto in Senato. Non è una scelta di contrapposizione politica, ma una decisione di chiarezza democratica verso i cittadini. Noi infatti abbiamo chiesto come strumento indispensabile una commissione d'inchiesta; essendoci stata negata dalla maggioranza di centro-destra, abbiamo chiesto le dimissioni del ministro. In gioco c'è la verità; l'obiettivo è la giustizia. Ma il bene più prezioso che dobbiamo salvaguardare è che i cittadini si fidino delle forze dell'ordine, perché le forze dell'ordine sono parte della comunità. Questo è uno dei patrimoni che la democrazia ha accomulato in cinquant'anni anche difficili; la responsabilità politica più grave del governo Berlusconi sta nell'aver rifiutato di assumersi la responsabilità delle decisiioni e di aver tentato di scaricarla solo sui dirigenti delle forze dell'ordine. |
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28
luglio 2001 di-005 |
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