La drammatica a pandemia, oltre alle tantissime vite spezzare e alle notevoli sofferenze, ha fatto emergere, con maggiore evidenza. le criticità e le difficoltà (anche) sui versanti del lavoro, del potere d'acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, delle (il più delle volte) inumane condizioni di vita delle persone anziane, disabili, non autosufficienti e povere.
Queste criticità e difficoltà erano presenti anche prima.
Comunque, sulla situazione socio-economica dal 2020 ad oggi, di pesantissimo impatto sociale, causa Covid l9, opportunamente, molti esperti in valutazioni statistiche, hanno rilevato e divulgato (anche utilizzando i mass-media) i dati (numeri e percentuali) sulle precarie situazioni delle famiglie meno abbienti, dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati e della stragrande maggioranza degli anziani.
Nel condividere queste ricerche statistiche, compresi i preoccupanti dati pubblicati da Cgil-Cisl-Uil, dai Sindacati Pensionati e dai vari Servizi fiscali Caf, per evitare che rimangano solo numeri sulla carta, si dovrebbero (per il sottoscritto: devono velocemente) concretizzarsi urgentemente le seguenti due azioni: la formalizzazione di tavoli permanenti di concertazione (nazionali, regionali e locali) tra le parti istituzionali, sindacali, imprenditoriali e sociali; la mobilitazione popolare (pacifica ma incisiva) se dovessero permanere le indifferenze e le sottovalutazioni del Governo e del Parlamento, alle richieste (alle proposte) del Sindacato e del Terzo Settore. Le sofferenze delle persone fragili non possono essere ·caricate solo sulle spalle del volontariato, che costituzionalmente ha soprattutto il ruolo della "sussidiarietà" e non della sostituzione nelle responsabilità e nei compiti delle Pubbliche Amministrazioni.
Commenta Tino Bedin
Franco Piacentini è un esperto del Sociale in Veneto. La sua analisi e le conclusioni vanno infatti condivise.
Faccio solo un'aggiunta relativa al punto essenziale del suo intervento: la formalizzazione di tavoli permanenti.
Esiste in Veneto un luogo istituzionale che consente alle comunità locali di partecipare ai processi di pianificazione sociosanitaria: si tratta dei Comitati e della Conferenza dei sindaci in ambito di distretto sanitario. Questo è già un "tavolo permanente" che - anche in questo caso previsto istituzionalmente - dispone di uno strumento di ricognizione dei bisogni per l'integrazione sociosanitaria e per l'ottimizzazione delle risorse provenienti dal territorio, oltre che dalle reti formali ed informali: è il Piano di Zona del distretto.
La realtà, tuttavia, non corrisponde alle previsioni formali: Comitati e Conferenza dei sindaci sono quasi ovunque e quasi sempre organi "consultivi" di un potere che non risponde a loro ma al presidente della regione Zaia. Si potrebbe cominciare da qui, cioè col dare ai sindaci quello che è dei sindaci.
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