In occasione della Giornata dell'Europa vorremmo estendere i nostri più sentiti auguri a tutti i cittadini europei.
Questa Giornata dell'Europa è speciale. Per il secondo anno di fila, è celebrata in circostanze complesse a causa della pandemia di Covid-19. Siamo vicini a tutti coloro che ne hanno sofferto.
La Giornata dell'Europa di quest'anno è speciale anche perché segna l'avvio della Conferenza sul Futuro dell'Europa. Facciamo appello a tutti i cittadini dell'UE affinché colgano questa occasione unica per plasmare il nostro comune futuro.
Questo dialogo sul futuro dell'Europa si svolge in circostanze molto differenti da quelle degli anni passati. Potrebbe sembrare che nella situazione attuale non ci sia tempo sufficiente per una discussione approfondita sul futuro dell'Europa. Al contrario, la pandemia di Covid-19 ci ha ricordato ciò che è veramente importante nelle nostre vite: la nostra salute, il nostro rapporto con la natura, le nostre relazioni con gli altri esseri umani, la reciproca solidarietà e la collaborazione. Essa ha sollevato degli interrogativi sul modo in cui viviamo le nostre vite. Ha mostrato i punti di forza dell'integrazione europea, così come le sue debolezze. Di tutto ciò è necessario parlare.
Le sfide che ci si pongono come europei sono molteplici: dall'affrontare la crisi climatica e dalla creazione di economie verdi, in un contesto che rende necessario bilanciare la crescente competizione tra gli attori globali, alla trasformazione digitale delle nostre società. Avremo bisogno di sviluppare nuovi metodi e nuove soluzioni. Come democrazie la nostra forza consiste nel coinvolgere le molte voci presenti nelle nostre società per identificare il percorso migliore da intraprendere. Quante più persone parteciperanno a una discussione ampia e aperta, tanto meglio sarà per la nostra Unione.
Il progetto europeo non ha precedenti nella storia. Sono passati 70 anni dalla firma del Trattato istitutivo della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio e 64 dalla nascita a Roma della Comunità Europea. A quel tempo i leader europei trovarono soluzioni per unire un'Europa devastata dalla guerra. Trent'anni fa l'Est e l'Ovest dell'Europa hanno iniziato a connettersi più strettamente. Paesi molto diversi si sono uniti per formare l'Unione Europea. Ciascun Paese ha le proprie esperienze storiche e sente il peso del proprio passato, con il quale fare i conti da solo e nel rapporto con altri Paesi.
Il progetto europeo è un progetto di pace e riconciliazione. Lo è stato fin dalla sua concezione, e rimane tale oggi. Sosteniamo una comune visione strategica per l'Europa, un'Europa nella sua interezza, libera, unita e in pace.
Tutti i principi fondamentali dell'integrazione europea restano assolutamente rilevanti al giorno d'oggi: libertà, uguaglianza, rispetto dei diritti umani, Stato di diritto e libertà di espressione, solidarietà, democrazia e lealtà tra gli Stati membri. Come possiamo assicurare collettivamente che questi principi fondanti dell'integrazione europea restino rilevanti per il futuro?
Nonostante l'Unione Europea a volte sembri mal equipaggiata per far fronte alle molte sfide emerse nell'ultimo decennio - dalla crisi economica e finanziaria alle sfide nel perseguire un sistema migratorio europeo giusto ed equo sino all'attuale pandemia - siamo ben consapevoli che sarebbe molto più difficile per ciascuno di noi se fossimo da soli. Come possiamo rafforzare al meglio cooperazione e solidarietà europee e garantirci un'uscita da questa crisi sanitaria che ci renda più resilienti in vista di sfide future?
Abbiamo bisogno di un'Unione Europea forte ed efficace, un'Unione Europea che sia leader globale nella transizione verso uno sviluppo sostenibile, climaticamente neutrale e trainato dal digitale. Occorre un'Unione Europea nella quale ci possiamo tutti identificare, certi di aver fatto tutto il possibile a beneficio delle generazioni future. Insieme possiamo raggiungere quest'obiettivo.
La Conferenza sul Futuro dell'Europa sarà un'opportunità per parlare apertamente di Unione Europea e per ascoltare i nostri concittadini, soprattutto i più giovani. Essa crea uno spazio di dialogo, dibattito e discussione su quel che ci aspettiamo dall'UE domani e su come possiamo contribuirvi oggi.
Dobbiamo pensare al nostro futuro comune; per questo vi invitiamo a unirvi alla discussione e a trovare insieme il percorso da seguire.
Sergio Mattarella Presidente della Repubblica Italiana
Commenta Tino Bedin
La considero indirizzata anche a me questa lettera ai cittadini europei firmata dal Presidente Sergio Mattarella. La pubblico nella pagina "In dialogo tra cittadini" per questo, ma anche perché è un contributo autorevole ed incoraggiante al dialogo tra cittadini europei e di noi europei con le istituzioni dell'Unione.
Mi fa piacere riceverla oltre che da lui, anche da altri Capi di Stato dell'Unione Europea: così mi accomunano a ciascuno dei loro concittadini, ai quali ognuno di loro ha inviato la stessa lettera.
Li cito tutti: Borut Pahor (Slovenia), Alexander Van der Bellen (Austria), Rumen Radev (Bulgaria), Zoran Milanovic (Croazia), Nicos Anastasiades (Cipro), Miloš Zeman (Repubblica Ceca), Kersti Kaljulaid (Estonia), Sauli Niinistö (Finlandia), Emmanuel Macron (Francia), Frank-Walter Steinmeier (Germania), Katerina Sakelloropoulou (Presidente della Repubblica Ellenica), János Áder (Ungheria), Michael D. Higgins (Irlanda, Elgis Levits (Lettonia), Gitanas Nauseda (Lituania), George Vella (Malta), Andrzej Duda (Polonia), Marcelo Rebelo de Sousa (Portogallo), Klaus Iohannis (Romania), Zuzana Caputová (Slovacchia).
Scrivo i loro nomi non solo per cortesia, ma per dire che mi aspetto da loro altre lettere o meglio ancora altri atti tipici della loro rappresentanza democratica da qui alla primavera del 2022. In questi due anni si svolgerà la Conferenza sul futuro dell'Europa, che si apre domani al Parlamento europeo riunito a Strasburgo. Il Presidente Mattarella e i suoi colleghi europei ci assicurano che "sarà un'opportunità per ascoltare i nostri concittadini". È questo che mi aspetto dai "nostri" Presidenti: che questa opportunità non solo si realizzi, ma che porti frutto. Le condizioni ci sono. Per la prima volta la Conferenza prevede una presenza "strutturata" dell'opinione pubblica europea a fianco delle rappresentanze istituzionali. Inoltre i possibili risultati sono "aperti": non è codificato preventivamente quale peso avranno le indicazioni della Conferenza, quindi in questi due anni sarà possibile definire con precisione quale peso dare alle indicazioni dei cittadini.
In questa apparente indeterminatezza si coglie ancora una volta la capacità dell'Europa di tentare strade nuove, di lasciarsi aperte delle opportunità, di andare a vedere cosa succede. Insomma, l'Unione Europea è fatta anche di fantasia. Come quella volta che arrivò ad immaginare la Costituzione europea e a scriverla: allora quello slancio fu poi "placato" da governi e da paure di qualche popolo (francesi, olandesi). Quella sconfitta pesa ancora: per questo vale la pena riprovarci con la Conferenza sul futuro dell'Europa; per questo saranno importanti tutti i "nostri" Presidenti.
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