Case di riposo in Veneto
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 30 aprile 2020

Dopo il giusto riconoscimento regionale al personale delle strutture sanitarie
Migliaia di anziani sono protetti e curati
da donne e uomini nelle case di riposo

Il Veneto continua a non prendere atto dell'unitarietà del sistema sociosanitario

Abbiamo appreso oggi con grande favore la meritoria iniziativa approvata dal Consiglio Regionale del Veneto che ha disposto uno stanziamento di 61 milioni di euro a favore di medici, infermieri e di tutto il personale sanitario che in questi mesi è stato protagonista nel curare migliaia di nostri concittadini colpiti dal coronavirus.
Un lavoro straordinario che molti titoli hanno giustamente definito eroico e che alcuni hanno pagato anche a prezzo della vita.
Tutti abbiamo ancora negli occhi le immagini di quei giorni con medici, infermieri, operatori socio sanitari e personale ausiliario che lavorava in condizioni estreme, spesso ininterrottamente per giorni rinunciando alla vita privata e agli affetti più cari.
Situazioni per le quali le testimonianze si sprecano.
In questo ci dispiace rilevare che nel contesto dell’iniziativa non si sia considerato anche lo straordinario lavoro fatto in questi mesi - e non certo con meno impegno e sacrificio - dalle tante donne e uomini che hanno prestato la loro opera a favore delle migliaia di anziani ospiti dei nostri Centri di servizio.
Persone che non dimentichiamo, in alcune situazioni di contagio di tanti colleghi hanno prestato la loro opera in condizioni lavorative drammatiche e dove questo non è avvenuto, non hanno certamente avuto meno meriti nell’aver impedito o contenuto il diffondersi dell’epidemia all’interno delle strutture.
Molte madri e padri che noi sappiamo bene quanti e quali sacrifici personali e familiari hanno fatto, per tenere al riparo dal contagio gli ospiti che ogni giorno erano e sono chiamati a curare ed accudire.
Anche se nella nostra regione vi sono strutture pesantemente colpite dal contagio, lasciamo nelle vostre mani l’invito a riflettere sul fatto che se ad oggi in Veneto le nostre “Case di riposo” non hanno termini di paragone con quanto successo in altre Regioni Italiane o altri Paesei Europei grande parte di questo merito è da ascriversi a tutte quelle donne e uomini per i quali abbiamo ritenuto doveroso spendere queste poche righe.
Se è vero che quantificare la gratitudine è la cosa più difficile del mondo concedeteci che non aver considerato in questa bella iniziativa anche il nostro personale - seppur in modalità e forme tutte da scrivere - ci ha lasciato amareggiati e dispiaciuti.
Siamo certi infine che vi saranno altre occasioni per riconoscere anche il loro impegno e la loro dedizione.

Roberto Volpe
presidente Uripa

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La lettera del presidente dell'Uripa (l'Unione regionale veneta delle Istituzioni pubbliche e private di assistenza agli anziani) è indirizzata all'assessore regionale Manuela Lanzarin, al presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetto, ai capigruppo dello stesso Consiglio e ai sindaci del Veneto.
Pur nella cortesia istituzionale, la lettera di Roberto Volpe segnala che anche in questa occasione il Veneto stia perseverando nei compotamenti che sia il presidente Zaia che l'assessore Lanzarin hanno tenuto fin dall'inizio nel gestire la crisi sanitaria della pandemia e la conclamata esposizione soprattutto dei vecchi: non si è riconosciuta all'inizio e non si sta riconoscendo ora l'unità del sistema socio-sanitario regionale nella risposta al Covid-19. Questa mancanza non è stata priva di conseguenze: il bollettino quotidiano dei morti in Veneto lo segnala. Poiché la stessa Regione avverte che la pandemia non è finita, altre conseguenze potremmo dover registrare in futuro senza un approccio unitario.
Una scelta della Regione Veneto nel senso indicato da Roberto Volpe avrebbe,inoltre, potuto essere anche una "presa in carico" da parte regionale della difficoltà aggiuntiva che in queste ultime settimane il personale delle case di riposo sta affrontando: quella di essere considerato responsabile delle molte morti nelle residenze per anziani. Da questo punto di vista un riconoscimento regionale a questi lavoratori è ancora preziosissimo.
La lettera dell'Uripa è indirizzata per conoscenza anche ai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil. Almeno per quanto riguarda le residenze per anziani a gestione pubblica, le organizzazioni sindacali hanno la medesima struttura sia per gli ospedali sia per le case di riposo: anche la loro parola per questi altri lavoratori da loro rappresentati appare necessaria.

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2 maggio 2020
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Tino Bedin