Epidemia Covit-19 ed Europa
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Montecchio Maggiore (Vicenza), 4 aprile 2020

Accanto agli italiani non ci sono solo i paesi fuori dall'Unione
La solidarietà tra gli europei
è più forte di quella che fa notizia

Se possiamo predisporre investimenti in Italia è perché c'è la "copertura" della Banca centrale europea

Caro Tino,
sabato scorso ho letto l'intervista che il presidente francese Emmanuel Macron ha rilasciato per iscritto a "Corriere della Sera", "La Repubblica" e "La Stampa". L'intervista mi è parsa interessante per i contenuti relativi alla risposta che l'Unione Europea è in grado (e in dovere) di dare unitariamente alla pandemia e alle sue conseguenze. È la grande questione aperta, vista il nulla di fatto all'ultimo Consiglio europeo. Non è quindi per questo che ti scrivo.
Mi piace invece richiamare la tua attenzione e quella dei lettori di Euganeo.it su una risposta "secondaria" di Macron, relativa alle vicende italiane, alle quali il presidente francese era stato richiamato da questa domanda: "L'Italia ha ricevuto aiuti da regimi autoritari quali la Cina, la Russia e Cuba. Non crede si tratti di un simbolo scioccante?".
Questa la risposta di Macron: "Si parla molto degli aiuti cinesi o russi, ma perché non si dice invece che la Francia e la Germania hanno inviato due milioni di mascherine e decine di migliaia di camici in Italia? Oggi lanciamo bandi europei per l'acquisto congiunto di mascherine e respiratori. Sarà forse insufficiente ma è già un inizio e non dobbiamo lasciarci intossicare da ciò che raccontano i nostri partner e concorrenti internazionali. Dobbiamo anche dire che, viceversa, gli europei hanno soccorso la Cina all'inizio dell'epidemia, quando era la più colpita, inviando più di 50 tonnellate di materiale. L'Europa deve essere fiera e sentirsi forte, perché lo è".
E andando in cerca nell'informazione ho verificato che quello che dice Macron è vero. Però in tv e sui titoli dei giornali continuo a vedere tutti tranne gli europei.

Silvano Perin

Commenta Tino Bedin

Succede, caro Silvano, che proprio quelli che dovrebbero raccontare i fatti, fanno i "meravigliati" di fronte all'insufficienza di informazione. Chi ha trasformato una normale "curiosità giornalistica" in "un simbolo scioccante" (come loro stessi la definiscono nella domanda a Macron)? Si tratta dei giornalisti dei tre maggiori quotidiani italiani e dei loro colleghi dell'informazione.
Certo "fa notizia" che aiuti arrivino dalla Cina, dalla Russia, da Cuba: quello che era (ed in Cina è) il grande "mondo dei comunisti" è a fianco dell'Italia. Fa notizia che la Turchia oltre ai profughi ci mandi le mascherine. E mi fermo qui per non cadere nella stessa tentazione cui indulge l'informazione (ben sostenuta al riguardo dal ministro… del benvenuto Luigi Di Maio). Però la "curiosità" si evidenzia tale di fronte alla "normalità". E poiché nella pandemia nulla è normale, anche la normalità della cooperazione europea è una notizia.
Ho letto anch'io quell'intervista a Macron. Subito prima della risposta citata da Silvano, il presidente francese ne aveva data un'altra sui rapporti tra Italia e Francia in queste settimane: "Noi europei abbiamo spesso tendenza a vedere solo le nostre mancanze e le nostre debolezze. La Francia è al fianco dell'Italia: è per questo che ho tenuto a recarmi a Napoli il 27 febbraio, nonostante l'impennata dell'epidemia. Abbiamo proposto dei posti letto ospedalieri nel Sud della Francia e abbiamo inviato materiale sanitario. L'Europa, nel suo insieme, ha reagito prima e in modo più deciso rispetto ad altre crisi del passato; quando la BCE agisce, ad esempio, ci protegge tutti ed è una forma di solidarietà".
Ecco la Banca Centrale Europea è Unione Europea. Con le decisioni già prese dalla Bce l'Italia, come tutti i paesi dell'Unione, è stata messa in condizione di fornire tutto l'aiuto di cui la nostra economia ha e avrà bisogno. Attraverso il Quantitative easing la Bce garantisce un acquisto di titoli, perfino privati, in una misura che nessun economista si sarebbe mai sognato di ipotizzare. Così l'Italia sta investendo crescenti miliardi di euro senza che gli investitori penalizzino i nostri titoli di Stato. Credo che possiamo concordare che non sarebbe così se non avessimo l'euro e a combattere ci fosse solo la Banca d'Italia. Insomma è l'essere europei che ci consente di resistere e programmare il futuro. Stampare moneta, come chiede la Lega di Matteo Salvini, sarebbe facile fuori dall'euro; altrettanto facile sarebbe finire come l'Argentina.
Mi pare che
una situazione come questa meriterebbe un titolo al giorno della nostra informazione; o almeno ogni volta che in Italia ci si chiede quanto spendere. Ma accontentiamo delle "notizie curiose". Ha fatto giustamente notizia (anche in questo caso con il contributo determinante del ministro… del benvenuto Luigi Di Maio) il rimpatrio di Niccolò, il diciassettenne bloccato a Wuhan.
Intanto a livello europeo funziona una forma di solidarietà a più sensi: è il rimpatrio dei cittadini europei colti dall'epidemia lontano da casa: Finora 4.020 persone sono rientrate con voli organizzati e co-finanziati dal Meccanismo europeo di protezione civile. Per i prossimi giorni sono in programma più di cento voli organizzati da 12 Paesi Ue e dal Regno Unito. Ci sono storie di questi cittadini europei da raccontare?
Qualche notizia è stata comunque data, pur senza dispiegamento di bandierine.
All'inizio della settimana erano già 47 gli italiani colpiti da coronavirus che stanno ricevendo e riceveranno cure in terapia intensiva con ventilatori polmonari negli ospedali di sei Länder : Renania settentrionale-Vestfalia, Bassa Sassonia, Sassonia, Assia, Brandeburgo, Berlino. Un "piccolo segnale di solidarietà", lo ha definito il parlamentare Stephan Weil della Bassa Sassonia. "La solidarietà non si ferma alle porte della città; vogliamo dare aiuto accettando pazienti dall'Italia", ha spiegato Michael Müller, sindaco di Berlino.
Sono, infatti, 113 i pazienti malati di Covid-19 provenienti da altri Paesi dell'Unione Europea sono stati accolti negli ospedali della Germania per essere curati. Di questi 85 provengono dalle zone più colpite dal virus in Francia e in Italia. Il trasferimento in Germania di alcuni di questi pazienti è stato assicurato dalla Bundeswehr, l'aviazione militare tedesca. Negli ospedali tedeschi restano disponibili 81 posti letto per malati provenienti dall'Italia, 13 per pazienti trasferiti dalla Francia. La Germania ha anche offerto disponibilità ad accogliere pazienti dalla Spagna. A Napoli è attivo un team di medici e infermiere dell'ospedale Universitario di Jena. La Germania ha inviato sette tonnellate di aiuti in Italia, tra cui respiratori e maschere per l'ossigeno.
Un po' di somme complessive le ha fatte questa settimana la Commissione europea, che l'Unione funziona anche come aiuto reciproco. "European Solidarity in Action" è, appunto, in titolo di questo rapporto dal quale ricavo qualche dato. La Francia (come ci ha ricordato Macron) ha donato all'Italia un milione di mascherine e 20 mila camici protettivi; dalla Germania è in arrivo un milione di mascherine, 300 respiratori sono già stati consegnati. Aiuti reciproci incrociati (posti in ospedale e forniture di materiale protettivo) vengono scambiati tra l'Alto Adige e il Tirolo austriaco.
Stamattina la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha scritto una appassionata lettera al quotidiano cattolico "Avvenire". Ne trascrivo la parte conclusiva (dove ci sono altre notizie… curiose).
"I cittadini europei devono desiderare un futuro comune in cui siamo solidali gli uni con gli altri. E quello che vedo in atto oggi in Europa ci indica la via da percorrere e mi riempie di orgoglio. Il futuro dell'Europa sono i medici polacchi che sono accorsi in Italia. È la Repubblica ceca che invia mascherine alla Spagna e ad altri Paesi. Sono gli aerei che trasportano i malati dall'Italia settentrionale alla Germania orientale o i treni che portano le persone oltre frontiera, dove vengono curate gratuitamente nei reparti di terapia intensiva. Sono i bulgari che inviano dispositivi di protezione agli austriaci e gli austriaci che inviano mascherine all'Italia. È la prima scorta comune europea di attrezzature mediche o i respiratori e i kit diagnostici acquistati insieme da quasi tutti i Paesi, dalla Romania al Portogallo, e spediti poi in Spagna, in Italia e altrove. (…) Ognuno di questi atti di solidarietà fa l'Europa un po' più grande".

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