"Le nostre case di riposo sono la casa di nonni e genitori di decine di migliaia di veneti. Donne e uomini che hanno costruito il Veneto di oggi. La difesa della loro vita e la protezione della loro fragilità sono un dovere morale di tutti. Alla Regione Veneto chiediamo di essere un alleato che condivide con noi l'impegno a favore dei più fragili, non un regolatore che nel momento dell'emergenza fa un passo indietro".
È il messaggio forte ed unito rivolto alla Regione Veneto da Uneba Veneto, Uripa, Confcooperative Federsolidarietà, Lega Coop e Anffas, cioè le associazioni di categoria degli enti pubblici, non profit e privato sociale che gestiscono la stragrande maggioranza delle strutture residenziali per anziani e persone con disabilità in Veneto: decine di migliaia di posti letto, cioè accoglienza per donne e uomini e supporto fondamentale per le famiglie; occupano decine di migliaia di lavoratori, per tacere dei preziosi volontari.
"Alleiamoci- è l'invito delle 5 realtà- perché i più fragili del Veneto hanno bisogno di tutti noi. Lo ribadiremo nella videoconferenza con il presidente Luca Zaia e l'assessore alle politiche sociali Manuela Lanzarin dei prossimi giorni. Abbiamo fatto richiesta di incontro già giovedì 26, ricevendone pronto riscontro".
Non "autonomi dalla Regione", ma "alleati con la Regione" - A spingere le associazioni di categoria ad intervenire, le parole del presidente Zaia nella conferenza stampa di sabato 28 marzo.
"Quelle parole di Zaia ci hanno stupito - continuano Uneba, Uripa, Anffas, Lega Coop e Federsolidarietà-. E non ci hanno confortato - se non parzialmente - le sue precisazioni nella conferenza stampa di domenica 29. Perché affermare con tanta insistenza che le 'case di riposo non sono di gestione regionale (…) e sono a gestione totalmente autonoma' quando è la Regione a dare le norme per il funzionamento delle strutture e a fissarne, con il meccanismo delle autorizzazioni e degli accreditamenti e delle quote sanitarie, le condizioni di mercato?".
"Noi non siamo qui per attribuire colpe alle istituzioni, ma per agire insieme, perché solo insieme possiamo proteggere gli anziani fragili".
Le mascherine devono essere per tutti -"Dire, come fa Zaia, che 'nessuno vietava alle case di riposo di riempirsi i depositi di mascherine' è quasi come rimproverare i cittadini per non essersi comprati dei respiratori a fine 2019. In condizioni standard, in una struttura residenziale per anziani - che è sociosanitaria, non sanitaria - le mascherine non si usano quasi mai. Ora c'è l'emergenza. Ed è successo che le mascherine acquistate dalle strutture siano state requisite e dirottate sugli ospedali".
Gestione dei malati, tamponi, reclutamento di Oss e infermieri: serve collaborazione - In ogni caso, l'emergenza ha molte altre dimensioni.
1-La gestione delle persone malate di Covid 19: mandarle nelle case di riposo, dove - come Zaia ha sottolineato - ci sono le persone più vulnerabili al contagio, sarebbe mettere un cerino in un pagliaio.
2-I tamponi da fare a tutto il personale e gli ospiti delle nostre strutture, a tutela gli uni degli altri: la campagna è solo all'inizio, come lo stesso Zaia ha detto.
3-Le carenze di personale: molti dei nostri enti hanno perso, proprio in questo periodo di emergenza, operatori sociosanitari e infermieri passati a lavorare negli ospedali. Per rinforzare un alleato nella lotta al Coronavirus se ne indebolisce un altro? Serve, invece, una strategia comune di sanità pubblica e settore sociosanitario, anche privato, per formare e trovare OSS e infermieri.
Progettiamo nuovi servizi per l'emergenza - "Durante la videoconferenza, noi di Uneba Veneto, Anffas, Confcooperative Federsolidarietà, Lega Coop e Uripa proporremo alla Regione di progettare assieme nuovi servizi anche temporanei, per supportare le famiglie, i territori - e di conseguenza il servizio sociosanitario regionale, attualmente in affanno - in questa fase di emergenza".
"Perché i nostri ospiti sono fragili ma le nostre strutture e i nostri valori sono per loro un baluardo su cui fare affidamento. Siamo pronti a fare la nostra parte, come molti dei nostri enti fanno da decenni se non secoli. Un solo, piccolo esempio: di fronte alla forzata chiusura alle visite dei famigliari, tantissime strutture hanno attivato servizi di videochiamata e videomessaggio, per tenere vivi gli affetti".
"Ci teniamo a ribadire, infine, il nostro riconoscente Grazie a donne e uomini che lavorano nelle strutture residenziali per anziani".
"Governatore Zaia, non scenda dalla nave dei più fragili! E in ogni caso, noi non molleremo mai!".
Uneba Veneto, Uripa, Lega Coop Veneto, Confcooperative Federsolidarietà Veneto e Anffas Veneto
Commenta Tino Bedin
Questo comunicato dell'ufficio stampa degli di servizio agli anziani del Veneto fa chiarezza e soprattutto fa giustizia delle lacunose e anche fuorvianti dichiarazioni di Luca Zaia, citate anche nel comunicato. Ho ascoltato anch'io in diretta su Rainews24 il discorso di Zaia: la sensazione è stata di una fuga della Regione Veneto degli impegni presi con i familiari degli anziani ospiti: impegni ben precisati nell'accordo contrattuale che lega reciprocamente Regione e Centri servizi per anziani. Tra questi impegni ci sono, ad esempio; questi: "L'Azienda ULSS in un rapporto di partnership e fattiva collaborazione intende avvalersi e collaborare con il Centro di Servizi per l'erogazione di prestazioni sanitarie, sociosanitarie e riabilitative a favore di persone non autosufficienti ivi ospitabili". "L'Azienda ULSS garantisce agli ospiti del Centro di Servizi non autosufficienti titolari di impegnativa di residenzialità le prestazioni sanitarie, diagnostiche, terapeutiche e terapeutico-riabilitative, l'erogazione di protesi, ortesi ed ausili e la fornitura di farmaci, prodotti per alimentazione artificiale e dispositivi medici e altri presidi". E le Ulss sono il braccio operativo della Regione, non entità indipendenti.
La titolarità regionale delle prestazioni sanitarie è così stringente che l'Ulss competente nomina in ogni centro per anziani un medico coordinatore scelto tra i propri dirigenti. Secondo gli impegni presi dalla Regione con le famiglie attraverso le case di riposo, questo medico coordinatore ha compiti importanti; ad esempio: "assicurare la corretta e congrua fornitura di farmaci, stupefacenti, prodotti nutrizionali artificiali, protesi, ortesi ed ausili, dispositivi medici e altri presidi secondo le modalità previste dal presente accordo", "attivare tutte le procedure necessarie ad affrontare situazioni di criticità degli ospiti, nel caso in cui il loro comportamento, anche se dovuto a patologie conclamate, o nel caso di particolari condizioni sanitarie, metta a rischio la sicurezza e l'incolumità degli altri ospiti del Centro di Servizi"; "autorizzare per congruità le tipologie e le quantità degli ordini relativi ai dispositivi medici e altri presidi, di cui all'articolo 11, fatti periodicamente dal Centro di Servizi, laddove non quantificati in rapporto al numero di ospiti".
Insomma, anziani e loro familiari sanno, al momento di entrare in casa di riposo che per quanto riguarda la salute continuano ad essere "coperti" dalla Regione, con interventi sia diretti che di controllo.
È esattamente il contrario di quello che ha fatto intendere Luca Zaia agli ascoltatori non solo veneti ma italiani sabato scorso. Nelle case di riposo il discorso è stato ovviamente inteso per quello che è: "Oggi - mi creda - il messaggio che hanno colto molti di noi, ma quanto peggio i familiari dei nostri ospiti e ancor peggio il nostro personale è quello di essere abbandonati al nostro destino", ha scritto il presidente dell'Uripa Roberto Volpe a Zaia.
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