Direttiva pratiche sleali
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Brindisi, 4 maggio 2019

L'Europa blocca le pratiche sleali nella catena agroalimentare
Chi dobbiamo ringraziare per lo sconto
sulle costolette al supermercato?

L'Italia recepisca subito la nuova Direttiva ponendo limiti anche alle vendite sotto costo e alle aste a doppio ribasso

Caro senatore Bedin,
in questi giorni di campagna elettorale per il Parlamento Europeo mi sembra utile richiamare l'attenzione su una recentissima decisione dell'Unione, che ha visto protagonista proprio il Parlamento.
La scorsa settimana è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale europea la Direttiva contro le pratiche sleali nella catena agroalimentare. Non è una cosa che riguarda pochi; la catena parte dagli agricoltori e collega 'industria alimentare, gli intermediari, la grande distribuzione organizzata, per arrivare a noi consumatori. Se all'agricoltore il prodotto non è pagato il giusto, anzi spesso si vede addossate anche costi del resto della filiera, può succedere che noi consumatori ci ritroviamo con prodotti meno buoni o che non riusciamo a trovare i prodotti italiani (in Italia) o i prodotti tedeschi (in Germania).
La Direttiva, che ha visto il competente impegno in particolare dell'eurodeputato Paolo De Castro del Partito Democratico, mette fuori legge una serie di pratiche che caricano sui produttori i costi degli latri anelli della catena.
Paolo De Castro ha fatto un esempio. Un rivenditore al dettaglio in Belgio fa una promozione per la stagione dei barbecue, con lo sconto del 30 per cento sulle costolette di agnello. Lo sconto attira i clienti e aumenta le vendite anche di altri prodotti. Peccato che il fornitore delle costolette non fosse stato informato della campagna e che alla data del pagamento finisca per ricevere il 30 per cento in meno di quanto pattuito per le costolette vendute in quel periodo.
Tecnicamente viene richiesto all'allevatore il pagamento per spese promozionali. È una delle sedici pratiche sleali che la Direttiva europea mette ora fuori legge.
Devo dire che l'esempio mi fa pensare a tutte le promozioni che trovo nel mio supermercato e mi domando se a farmi lo sconto a questo punto è la grande distribuzione o il coltivatore o l'allevatore. Noi consumatori dovremmo avere almeno il diritto di sapere chi ringraziare quando ci fa risparmiare.
Non la faccio lunga con altri esempi.
Aggiungo però che è questa l'Europa che ci serve, quella che vogliamo avere a fianco come cittadini europei, capace di creare le condizioni per nuovi e moderni patti fra produttori e consumatori, che garantisca trasparenza e qualità alimentare.

Cipriano Gerosa

Commenta Tino Bedin

Ringrazio Cipriano Gerosa per questo opportuno richiamo. In effetti l'attività dell'on. Paolo De Castro è stata incisiva tanto da dimostrare che in un continente con tante diversità sia possibile trovare in meno di un anno una politica comune su una materia molto popolare (anche se paradossalmente poco conosciuta).
Ho citato i rapidi tempi europei, perché adesso tocca alla maggioranza pentaleghista mettere in pratica la Direttiva che deve essere approvata anche dal Parlamento italiano. Lo si deve fare velocemente e mi auguro che - come consente l'Unione Europea - per l'Italia siano proibite anche le vendite sotto costo e le aste a doppio ribasso: due pratiche che danneggiano gravemente i produttori alimentari, di fatto trasformandoli in vassalli delle grandi centrali di acquisto.

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19-di-05
4 luglio 2019
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Tino Bedin