Caro Bedin,
nei primi giorni di giugno la città di Trento organizza il Festival dell'Economia, che quest'anno ha come tema "La salute diseguale". Devo dire che il tema non mi sembrava proprio… economico. Sono allora andato a leggere le presentazioni ed ho capito la scelta degli organizzatori. In effetti a farci ammalare (e morire) saranno di sicuro le malattie, ma le malattie e la morte non colpiscono tutti allo stesso modo. La "salute diseguale" dipende da diseguaglianze economiche e sociali, dipende da che abitazione hai, da che scuola hai frequentato, da cosa puoi permetterti di mangiare, da quante persone incontri nella tua giornata.
Insomma: i soldi non fanno la salute, ma almeno non ti fanno ammalare; la povertà, al contrario, può farti ammalare.
Qui in Trentino, e mi pare anche nella sua regione il Veneto, abbiamo un buon sistema sanitario. L'applicazione dei ticket però sta riducendo le possibilità di molte famiglie e si è trasformata in un aumento camuffato delle aliquote fiscali per la classe media. Magari ascoltando quello che si dirà al Festival dell'Economia, mi auguro che soprattutto le Regioni, ma anche il Parlamento invertano la rotta.
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Il tema della salute diseguale sta finalmente facendo discutere anche sulla base di evidenze statistiche sulle quali gli organi d'informazione sono passati via in un solo giorno.
Dall'Annuario statistico italiano 2016 abbiamo - ad esempio - appreso che per la prima volta da novant'anni la speranza di vita si riduce (passando da 80,3 anni a 80,1 anni per i maschi e da 85 a 84,7 per le femmine). I decessi sono aumentati, segno appunto che all'invecchiamento non segue anche un aumento della speranza di vita. Siamo infatti invecchiati: al 31 dicembre 2015 ogni 100 giovani c'erano 161,4 over 65, rispetto ai 157,7 dell'anno precedente.
Anche quest'altro dato è importante: l'82 per cento degli anziani con più di 65 anni ha assunto un farmaco nei due giorni precedenti quello in cui sono stati intervistati dall'Istat. E il numero di farmaci quotidiani aumenta con l'età.
Credo non sia distante dal vero sostenere che la riduzione di reddito complessiva delle famiglie di lavoratori e pensionati sia tra le cause della riduzione della speranza di vita: meno medicine e meno prevenzione - a causa del loro costo - hanno anche questa conseguenza. Non immediata, certo, ma di medio periodo ed infatti la crisi dura ormai da quasi dieci anni.
Il tema dei ticket va sicuramente ripreso. Sono stati introdotti per far fronte ad un presunto "consumismo sanitario"; e a quel tempo poteva avere una giustificazione. Oggi il ticket - specialmente sulle visite - rischia di essere un moltiplicatore di spese non solo per le famiglie ma anche per la sanità pubblica, in quanto riduce la prevenzione.
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