Padova e i profughi
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 18 gennaio 2016

Le parole ufficiali e la pratica quotidiana della giunta comunale
L'ideologia sull'immigrazione
crea danni a tutta la comunità di Padova

La qualità dell'accoglienza è la cifra del grado di civiltà di un popolo

Il primo gennaio alla Marcia della Pace ho sentito la presidente del consiglio comunale di Padova pronunciare, dopo le toccanti testimonianze di tre giovani profughi, parole come "accoglienza e solidarietà" "Padova città accogliente" e discorsi di questo tenore. Ho pensato come tanti altri in quel momento se stesse parlando del nostro Comune... Probabilmente il discorso è stato scritto da qualcun altro perché in questo anno e mezzo a guida leghista, a parte le parole mielose e imbarazzanti pronunciate nelle solenni occasioni, i fatti e gli atti amministrativi vanno nella direzione di una scientifica eliminazione di ogni buon strumento di integrazione e accoglienza.
La nostra preoccupazione è rivolta non solo ai cittadini di origine straniera ma anche ai nostri residenti storici, perché questo piglio propagandistico e ideologico crea gravi danni e conflitti a tutta la comunità e penalizzazioni per tutti.
Avere persone che non sanno a chi rivolgersi in un processo di accompagnamento e integrazione sociale è un disagio che si ripercuote su tutti. Non avere supporti scolastici adeguati è una penalizzazione per tutte le classi. Non gestire in modo collaborativo il fenomeno profughi significa avere persone che vagano tutto il giorno anziché impegnare il tempo in modo utile e limitando i rischi di devianza. Forse se il Comune di Padova prendesse spunto dalle buone pratiche attivate da molti comuni della Provincia, potrebbe davvero imparare molto ed essere un po' più coerente tra discorsi ufficiali e politiche concrete. Noi lavoreremo per sollecitare il comune di Padova affinché riconosca e valorizzi le tante forze positive che lavorano in questa direzione.

Gianni Berno
consigliere del PD in Comune e Provincia

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Il giornalista Claudio Malfitano del Mattino di Padova comincia così l'informazione del 14 gennaio scorso sul bando del prefetto relativo ai profughi.
"Il Signore, vostro Dio, ama lo straniero e gli dà pane e vestito. Amate dunque lo straniero perché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto". Forse non serve scomodare il codice biblico dell'Alleanza e la storia dell'Esodo del popolo di Israele per capire che la qualità dell'accoglienza è la cifra del grado di civiltà di un popolo.
Ma serve a capire perché l'accordo quadro allegato al nuovo bando per l'accoglienza dei profughi, pubblicato dalla Prefettura, contiene le condizioni minime per un'ospitalità dignitosa: i pasti, il vestiario, la pulizia, la possibilità di chiamare casa e un "pocket money" da 2,50 euro al giorno.
In questa cronaca c'è un modo positivo di stare nella comunità e di partecipare alle sue domande e ai suoi dubbi e alle sue paure. Per questo la cito.

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27 gennaio 2016
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Tino Bedin