I rappresentanti dell'Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI), del Coordinamento Italiano Networks Internazionali (CINI) e di Link 2007 Cooperazione in Rete, presenti nella delegazione italiana alla terza conferenza sui finanziamenti per lo sviluppo in corso ad Addis Abeba, valutano positivamente gli impegni enunciati ieri nella capitale etiopica dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
È intanto da registrare come una buona notizia che l'Italia sia una delle poche nazioni ad essere rappresentata nell'assise internazionale dal capo del governo. Si accoglie con soddisfazione l'impegno ad aumentare in modo significativo le risorse destinate all'aiuto allo sviluppo fin dalla prossima legge di stabilità. L'obiettivo, ha detto Renzi, è fare sì che al prossimo vertice "G7" previsto in Italia nel 2017 il nostro paese non sia più all'ultimo posto per ciò che concerne la percentuale del Prodotto Interno Lordo destinata alla cooperazione internazionale.
Non possiamo poi che condividere l'affermazione fatta dal presidente del consiglio circa l'impegno morale, non negoziabile, di soccorrere e salvare i migranti in arrivo sulle nostre coste. Così come fondamentale saranno i progetti volti a costruire ponti tra le comunità migranti e i paesi di provenienza.
La Conferenza di Addis Abeba conferma l'ampiezza e la difficoltà delle sfide dei prossimi anni. Il nostro paese può e deve avere un ruolo di primo piano.
Commenta Tino Bedin
La presenza del presidente del Consiglio italiano alla Conferenza Onu sul finanziamento per lo sviluppo di Addis Abeba è davvero un importante segnale di impegno, soprattutto dopo che il vicemistro Lapo Pistelli, protagonista della nuova legge italiana sulla cooperazione internazionale, ha lasciato il governo.
L'appuntamento di Addis Abeba è comunque decisivo in sé, perché determinerà il livello di impegno finanziario per combattere la povertà e le ineguaglianze nei prossimi 15 anni, dando continuità ai traguardi fissati nel 2002 dalla Conferenza di Monterrey, dove per la prima volta fu concepita l'idea di costituire un partenariato tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo, in grado di perseguire efficacemente gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, e dalla successiva Conferenza di Doha del 2008.
Poiché con la la "Addis Ababa Action Agenda" si getteranno le basi per altri due appuntamenti internazionali: l'adozione dell'Agenda di Sviluppo post-2015 a New York a settembre, e la conferenza dell'ONU sui cambiamenti climatici a dicembre a Parigi, sarà interessante capire quali orientamenti prevarranno. Caritas Internationalis ha messo in guardia da un rischio: le nazioni ricche vogliono finanziare l'agenda dello sviluppo, affidandosi massicciamente al settore privato, attraverso incentivi, con il rischio di creare un'economia dominata dalla finanza che avrebbe conseguenze deleterie sui Paesi dove la regolamentazione bancaria è ancora debole.
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