Russia e vittoria sui nazisti
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Arcola (La Spezia), 9 maggio 2015

Un anniversario snobbato da governanti e giornalisti
Abbiamo un debito con i venti milioni di russi
caduti nella guerra al nazismo

La diserzione dalla Piazza Rossa è un errore storico e politico

Caro senatore Bedin,
veloci immagini in tv oggi per la grande parata di Mosca nel settantesimo anniversario della resa dei nazisti all'Armata Rossa. Eppure è una data storica che non riguarda solo la Russia: senza i venti milioni di morti dell'Unione Sovietica la storia sarebbe andata diversamente e il nazismo non sarebbe stato estirpato dall'Europa.
Evidentemente anche l'informazione di casa nostra si è adeguata alla scelta degli Occidentali di non partecipare alla grande manifestazione di Mosca, per sottolineare le difficili relazioni diplomatiche con la Russia di Putin. Ma questa è una autocensura che non fa bene né all'informazione né ai cittadini italiani ed europei. Non dico che la parata militare sulla Piazza Rossa meritasse una diretta televisiva, ma poteva essere lo spunto per descrivere compiutamente gli eventi storici di settant'anni fa.

Pierluca Perilli

Commenta Tino Bedin

Ritengo che la scelta di non partecipare alla manifestazione ufficiale organizzata dalla Russa in questo anniversario sia stata sbagliata.
Scelta sbagliata dal punto di vista storico: la vittoria sul nazismo fu il risultato di una grande coalizione che scelse di non tenere conto delle divisioni che pure c'erano per affrontare il pericolo per tutti. Si fa torto alla storia se la si misura con le contingenze dell'attualità.
Scelta sbagliata anche dal punto di vista politico: in questo modo americani ed europei non hanno dato uno schiaffo a Putin, ma al popolo russo. Giustamente l'ex presidente Mikhail Gorbaciov ha bollato le assenze occidentali come "oltraggio ad un popolo che ha subito pesantissime perdite per debellare la peste nera del fascismo". E così gli Occidentali, invece di indebolire Putin, lo hanno rafforzato all'interno della Russia, che lo vede come un difensore del popolo russo.

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15-di-028
27 maggio 2015
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Tino Bedin