Ipab in Veneto
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 3 marzo 2015

La difficile situazione delle Ipab nel Veneto
L'inerzia e l'incapacità della Regione
danneggiano le case di riposo

È preliminare creare le condizioni fiscali per la trasformazione

In tutta la Regione le case di riposo pubbliche - Ipab - stanno attraversando anni di lenta agonia. Ci troviamo in questa situazione a causa dell'inerzia e dell'incapacità di Zaia.
La Regione negli ultimi cinque anni non ha saputo, o meglio, non ha voluto approvare una legge di riforma delle Ipab trasformandole in Aziende pubbliche di servizi alla persona (Apsp) come previsto dalla 328 del 2000 e come hanno fatto tutte le altre Regioni. È questo il motivo per cui le Ipab sono penalizzate rispetto alle strutture private e sono costrette perciò ad esternalizzare i servizi, purtroppo anche quelli assistenziali. Tutti sanno quanto più alto sia nelle Ipab il costo del personale rispetto alle case di riposo private (almeno il 20%) considerando poi che le Ipab devono sostenere i costi di sostituzione delle maternità e di chi deve, per problemi fisici, cambiare mansioni.
Ma non basta. Zaia dal 2009, da sei anni, non aumenta il valore delle quote sanitarie, cioè di quanto la Regione trasferisce alle case di riposo per l'assistenza sanitaria, circa 50 euro al giorno per persona ricoverata (1500 euro al mese). Le case di riposo sono state costrette perciò ad aumentare la quota alberghiera ovvero la retta richiesta alle famiglie che nel 2009 sborsavano mediamente 1400 euro al mese e oggi devono pagare dalle 1800 alle 2000 euro al mese per ottenere un'adeguata assistenza e per non mandare in negativo il bilancio delle Ipab.
Certamente però le Ipab non possono alzare ancor di più le richieste alle famiglie, anche perché ormai inserire le persone in casa di riposo non è più un diritto, ma un privilegio. Quindi le Ipab ricorrono ad altre possibilità per contenere i costi come l'esternalizzazione dei servizi; non assumono più a tempo indeterminato e per rispettare gli standard previsti dalla legge regionale fanno ricorso alle cooperative. Oppure si compiono scelte ancor più forti, come la privatizzazione (richiesta quest'ultima dalla Ipab Bonora di Camposampiero presieduta da Casarin, ex presidente della Provincia).
La causa di tutte le sofferenze delle case di riposo è perciò della Regione e di Zaia. Bitonci, invece di prendersela con il consiglio di amministrazione dell'Ira, chieda a Zaia di dimettersi perché è Zaia il vero e unico colpevole di questa drammatica situazione.
La Regione per aiutare le Ipab potrebbe ridurre la percentuale di Irap richiesta oppure potrebbe dare un contributo per le sostituzioni di maternità. Spero che Zaia batta un colpo durante l'ultimo bilancio del suo governo, dimostri di avere a cuore il patrimonio delle istituzioni pubbliche di cui il Veneto è ricco e che si occupano della materia più delicata che è il sociale, dagli anziani ai disabili.

Claudio Sinigaglia
consigliere regionale Pd

Commenta Tino Bedin

La responsabilità della Regione Veneto è anche quella di aver lasciato scadere i benefici fiscali previsti fin dal 2000 e scaduti nel 2010 per la trasformazione delle Ipab. Senza questi benefici fiscali diventa traumatico ogni cambiamento, come si è visto - in piccolo - con il cambio del sistema contabile delle Ipab, che è fra le cause della mancanza di liquidità di AltaVita di Padova. Una iniziativa in questa direzione verso il governo e il parlamento perché riaprano i termini - colpevolmente lasciati scadere dal Veneto - potrebbe essere presa anche in questa fase della vita regionale, in modo da creare le condizioni per un intervento decisivo nella prossima legislatura veneta.

    Partecipa al dialogo su questo argomento

15-di-005
9 marzo 2015
scrivi al senatore
Tino Bedin