Finalmente il 1° ottobre è iniziato alla Commissione Affari sociali della Camera l'esame del disegno di legge del governo sulla riforma del terzo settore. Il testo era stato presentato al Parlamento il 22 agosto con il titolo "Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale".
Poco male se sono passati già quaranta giorni (del resto a… fare il furbetto è stato il governo che ha presentato il progetto di legge a Camere chiuse). Poco male perché comunque si tratta di un disegno di legge delega. Al momento siamo ancora ai primi passi. Il Governo chiede a Camera e Senato di approvare un testo in cui si autorizza il Governo ad adottare entro un anno provvedimenti legislativi (anche più di uno) per la riforma del terzo settore. Il disegno di legge delega stabilisce i principi generali che questi successivi provvedimenti del Governo dovranno per forza seguire.
Dopo l'approvazione della Camera, il testo passerà al Senato, ed alle sue commissioni. Se il Senato lo modificherà prima di approvarlo, dovrà tornare alla Camera per un altro via libera. Solo a quel punto la legge delega sarà approvata.
In quel momento però per il terzo settore non cambierà ancora nulla. Bisognerà lasciare al governo un altro anno per approvare i decreti legislativi sul terzo settore. Solo allora una volta approvati questi ci saranno effettivamente novità.
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Finora governo e parlamento sono stati ai tempi che si sono dati. Il governo ha compiuto un'ampia consultazione pubblica che ha visto il contributo qualificante di oltre mille soggetti, di cui seicento di tipo associativo e subito dopo ha presentato il disegno di legge. La Camera dei Deputati ha tempestivamente assegnato il testo alla Commissione Affari sociali e quest'ultima nel tempo tecnico necessario per lo studio tecnico e la nomina del relatore, ha iniziato l'esame.
Suggerisco di rivolgere l'attenzione… diffidente alle prossime mosse del governo: se ha intenzione di procedere speditamente, dovrà mettere le risorse finanziarie nella ormai imminente Legge di Stabilità per il 2015. Il disegno di legge stanzia 50 milioni di euro per il fondo rotativo per le imprese sociali, tutto il resto deve appunto essere individuato con la Legge di Stabilità.
C'è - ad esempio - la revisione della disciplina, attualmente assai confusa, delle agevolazioni fiscali previste per il Terzo settore: revisione per la quale vanno in ogni caso essere garantite risorse adeguate.
Anche uno dei punti qualificanti per proposta del governo, il Servizio civile universale, per diventare realmente universale e per organizzarne lo svolgimento in forme dignitose, richiede congrui investimenti.
Per l'impresa sociale (che rappresenta la seconda gamba, accanto al volontariato, delle attività nel Terzo Settore) non basta il fondo di rotazione; occorre rivedere disciplina fiscale troppo complessa prevista dal pur valido, il D.Lgs 166 del 2006; anche in questo caso appare necessaria una congrua dotazione finanziaria.
Da come il governo si muoverà con la Legge di Stabilità capiremo qual è il calendario effettivo della riforma del Terzo Settore. Naturalmente il Parlamento avrà modo di spingere il governo, specie se l'approfondimento in Commissione Affari sociale sarà nel frattempo proseguita.
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