Corte costituzionale
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Monselice (Padova), 31 luglio 2014

La Corte costituzionale non abbandona la sua consuetudine
Dove basta l'età per diventare presidente
Il buon "servizio" alla Repubblica sarebbe stato rinunciare


Caro Senatore Bedin,
la notizia scorre veloce nei telegiornali: Giuseppe Tesauro è il nuovo presidente della Corte Costituzionale; aggiungono che è stato eletto con una maggioranza risicata e che durerà in carica per poco più di tre mesi.
Basta così? No, non basta. Senza essere qualunquisti, anzi per evitare di diventare qualunquisti, gli italiani meritavano di sapere qualcosa di più.
Qual è la ragione per cui alla quinta carica dello Stato viene nominata una persone che resta in carica solo per tre mesi? Perché è consuetudine che quel posto tocchi al giudice più anziano? Ma la Corte costituzionale non è una associazione di volontariato, dove i soci sono tutti uguali e soprattutto le cariche sono gratuite.
La Corte costituzionale è il uno dei Poteri della Repubblica; per certi versi è la sintesi del Potere nella Repubblica perché è l'unico Organo che può giudicare gli altri Organi. Ha compiti normali rilevantissimi. Che indirizzo può dare un presidente di tre mesi e per di più nei mesi delle ferie?
Lo stipendio dei giudici costituzionali è di 457 mila euro all'anno; per il loro presidente è stabilito lo stipendio di 549 mila euro all'anno, che è più del doppio di quello del Presidente della Repubblica.
Qualcuno si è dimenticato di mettere un tetto a questi stipendi?

Stefano Budin

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Ho avuto modo di incontrare Giuseppe Tesauro presso la Corte di giustizia delle Comunità Europee a Lussemburgo, nel 1996, quando lui era uno degli otto avvocati generali della Corte ed io ero presidente della Giunta per gli affari europei del Senato. L'ho molto apprezzato. Presidente della Giunta ho continuato ad apprezzarlo e a tenere conto dei suoi indirizzi quando dall'1 gennaio del 1998 venne nominato presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Ho dunque un ottimo giudizio di lui, come maestro di Diritto e come servitore della Repubblica.
Proprio per questo mi sarei aspettato che "servisse" da Repubblica rinunciando a questa consuetudine di eleggere il più anziano: una consuetudine che soddisfa le ambizioni di tutti, perché più o meno tutti i giudici, più o meno a lungo possono diventare presidenti. In nome della Repubblica milioni di italiani hanno dovuto accettare e stanno accettando sacrifici, rinunce, privazioni di aspettative che fino a ieri sembravano raggiungibili.
Anche se non sono eletti dai cittadini, i giudici della Corte Costituzionale devono rispondere ai cittadini. La loro risposta in questa occasione è stata sbagliata. I cittadini sono pronti a bocciarli.

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14-di-013
31 luglio 2014
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Tino Bedin