Referendum veneto
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Camposampiero (Padova), 15 giugno 2014

Assurda e insostenibile sul piano costituzionale, politico e finanziario
Una legge mistificante
sul referendum per l'indipendenza del Veneto

Causerà un ulteriore allontanamento dei cittadini dalle istituzioni e dalla politica

Non posso non evidenziare che, mentre un'enorme e desolante tangentopoli coinvolge molte delle più alte personalità politiche e tecniche della nostra Regione con le quali molti attuali consiglieri regionali hanno avuto e hanno stretti rapporti politici, cosa che imporrebbe un severo esame interno e l'adozione di interventi radicali correttivi, il Consiglio approvi una legge mistificante per chiedere ai cittadini di esprimersi su un referendum per l'indipendenza del Veneto, legge mistificante perché, come bene sanno i Consiglieri che l'hanno votata, è assurda e insostenibile sul piano costituzionale, politico e finanziario.
Inoltre, fa crescere lo sconcerto e la desolazione il fatto che ora il Consiglio impieghi tempo e risorse per...le catene dei cani! Mi auguro che, per le catene dei cani, ci si riferisca esclusivamente agli spazi interni alle case...
Questi sarebbero i problemi che assillano i cittadini veneti?! Ma, dove vivono i nostri Consiglieri?
Ricordiamoci bene del livello politico di costoro, perché l'anno prossimo rinnoveremo il Consiglio regionale!

Dino Scantamburlo

Commenta Tino Bedin

Uno delle conseguenze politiche più gravi sarà l'ulteriore allontanamento dei cittadini dalle istituzioni e dalla politica. Chi si aspetta il referendum e non potrà ovviamente averlo, aggiungerà rancore nei confronti della Repubblica. Chi non si aspetta il referendum avrà motivi per non sentirsi rappresentato dalla maggioranza dei consiglieri regionali e quindi dalla propria Regione.
Anche il distacco civile (non solo politico) dal resto dell'Italia sarà un prezzo che i veneti pagheranno a questa improvvida ed inutile legge-propaganda: uno scandalo che si aggiunge a quello del Mose.
Vale la pena conservare la memoria di questa decisione costosa ed inutile.
A votare a favore del referendum "indipendentista", proposto da Stefano Valdegamberi (ex Udc ora Futuro Popolare) e dal gruppo consiliare della Lega, sono stati 30 consiglieri su 45 votanti: oltre al gruppo leghista (presente al gran completo con il presidente Luca Zaia), a Valdegamberi e a Gustavo Franchetto di Futuro popolare, hanno detto "sì" Diego Bottacin, Giovanni Furlanetto, Santino Bozza e Sandro Sandri del gruppo misto, Mariangelo Foggiato di Unione Nordest, Leonardo Padrin, Davide Bendinelli e Remo Sernagiotto di Forza Italia, Maria Luisa Coppola di Forza Italia per il Veneto, Costantino Toniolo, Clodovaldo Ruffato del Nuovo centrodestra. Dodici i contrari: nove consiglieri del Partito Democratico, Antonino Pipitone e Gennaro Marotta di Italia dei Valori e Moreno Teso di Forza Italia. Tre gli astenuti: Giancarlo Conta e Carlo Alberto Tesserin (Ncd) e Raffaele Grazia di Futuro Popolare. Dario Bond, Piergiorgio Cortelazzo, Elena Donazzan e Massimo Giorgetti, esponenti di Forza Italia per il Veneto, Nereo Laroni del Nuovo centrodestra e Mauro Mainardi di Forza Italia, non hanno partecipato al voto. Non ha partecipato al voto nemmeno Piero Ruzzante (Pd), uscito dall'aula. Pietrangelo Pettenò della Federazione della Sinistra veneta, pur rimanendo in aula, ha scelto di non votare.

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14-di-007
3 luglio 2014
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Tino Bedin