Carissimi,
dopo il lungo silenzio post sconfitta elettorale, vorrei ricominciare il dialogo con voi. Come saprete non sono più tra le file dei consiglieri: le mie preferenze, circa 370, sono state insufficienti per far parte, seppur in minoranza, del nuovo Consiglio comunale. I numeri sono implacabili anche se le strategie utilizzate da alcuni che hanno utilizzato sistemi, a parer mio, hanno penalizzato altri e il gioco della doppia preferenze di genere ha fatto il resto: i voti dell'uno e dell'altra si sono sommati e quindi non sono propri, personali, faticosamente conquistati ma la somma di due con poche preferenze fanno tante preferenze per ognuno dei due. Ma tant'è, nulla può modificare la sconfitta della nostra coalizione e quella mia personale, naturalmente, politica, concludendo con una semplice affermazione: lavoro e impegno non pagano. Una pesante delusione e una grande amarezza, ma le elezioni si vincono e si perdono, anche se è importante fare un'analisi della sconfitta a mente un po' più fredda.
Cercherò, per quanto mi sarà possibile, di tenervi sempre informati su ciò che la nuova giunta farà in Consiglio sapendo che noi abbiamo perso con un programma molto diverso dal sindaco Bitonci. I cittadini hanno scelto ma noi non potremmo che rimanere vigili nelle scelte dell'amministrazione leghista. Purtroppo, dopo vent'anni Treviso si è liberata dalla Lega, spero che da noi il regno non duri vent'anni. Le premesse, già non sono un granché. Non ho appositamente scritto nulla sulle questioni "religiose": crocifisso perché la banalizzarne di chi rappresenta non merita commenti: il ramadan, che sancisce il diritto di professare la propria religione, sia strumentale e difesa preventiva di valori veri ma banalizzati dal sindaco.
Commenta Tino Bedin
Non resta solo la delusione. Come lo stesso Nereo Tiso ha scritto in un commento al risultato elettorale, "Sedere sugli scranni del Consiglio Comunale è un onore per un cittadino che decide di occuparsi del bene comune perché da quei banche si fanno scelte per tutti e la responsabilità non può essere messa in disparte, ognuno per la propria competenza". Questo resta e ci consente di stare sempre ai crocevia della comunità, non per fare i vigili o i semafori; cartelli indicatori, piuttosto: silenziosi ma chiari, stabili punti di riferimento. Con un ulteriore dovere: tenere sempre aggiornate le mappe e quindi le indicazioni, in modo che quando qualcuno vorrà vedere dove porta la nostra proposta, siamo in grado di incamminarlo verso il futuro.
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