IN DIALOGO TRA CITTADINI |
Cittadella (Padova), 22 febbraio 2013 |
Ribaltare le decisioni ragionieristiche assunte dai Governi europei
Bilancio europeo: diminuiscono i fondi per la cooperazione internazionale Previsioni dettate dalla paura: augurabile la bocciatura del Parlamento |
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Roma, 19 febbraio 2013 - "A pochi giorni dalle elezioni politiche nel nostro Paese, dopo fiumi di parole per scaricare le colpe sull'Europa in una politica del tutti contro tutti" - denuncia Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione CIPSI, Coordinamento di 40 associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale- "manca qualunque proposta politica concreta e costruttiva da parte dei politici in materia di politica internazionale e diritti umani. Come cittadini, chiediamo una politica in grado costruire una nuova identità dell'Europa, aperta al mondo e fondata sulle diversità e i valori dei suoi popoli. Un'Europa dei diritti e dello spread sociale e umano, non della finanza e dell'euro, che si costruisca attraverso un vero processo costituente democratico, in contrasto con le attuali politiche di austerità come quelle del Fiscal compact. Chiediamo una politica in grado di ribaltare le decisioni ragionieristiche assunte dai Governi Europei che penalizzano i diritti fondamentali dei cittadini, sacrificandoli agli interessi. Nessun cambiamento è frutto dei tagli. Chiediamo investimenti per il lavoro e un nuovo welfare, garante di tutti i diritti per tutti. Il Bilancio Europeo 2014-2020 approvato nell'ultimo Summit per lo sviluppo e l'aiuto umanitario, denuncia Barbera, prevede un incremento medio del 2% circa in termini reali, rispetto al precedente del 2007-2013, inglobando però al suo interno anche il Fondo di Sviluppo Europeo (EDF). Tale manovra nasconde un taglio reale di circa il 16% di bilancio rispetto all'aiuto allo sviluppo e all'aiuto umanitario che passa, rispetto alla proposta della Commissione, da 70 a 58,7 mld. Il Fondo Globale di Sviluppo (EDF) che include anche i paesi ACP subisce invece un taglio minore dell'11% passando da 30 mld a 26,9. Una decisione che mette a rischio le promesse e gli accordi internazionali, dal pluridecennale obiettivo di destinare lo 0,7% delle risorse allo sviluppo".
È l'intero accordo intergovernativo sul bilancio europeo ad essere regressivo. Non a caso sono state durissime le prime dichiarazioni dei presidenti dei quattro maggiori gruppi politici del Parlamento europeo. Commissione e Consiglio europei ora devono trattare con il Parlamento, che deve votare il documento, sulla base del Trattato di Lisbona. Il punto è: si tratterà sulle cifre assolute o solo sui movimenti interni ai ridotti saldi concordati dai governi? Si tratta di una riduzione reale che a fine del periodo di validità del bilancio arriverà al 20 per cento. Esattamente quello che chiedeva il Regno Unito. Se lo spazio di manovra fosse questo, meglio che il Pasrlamento europeo bocci il bilancio e si continui con il bilancio annuale, in vista di una diversa composizione del Consiglio europeo.
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13-di-004 23 febbraio 2013 |
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