Il 26 aprile, il ministero per lo sviluppo economico Corrado Passera ha presentato, nel corso di una audizione alla X Commissione del Senato (Industria), le linee guida della futura strategia energetica nazionale (SEN); una strategia che l'Italia attende dagli anni '80.
Buona la presa d'atto che i consumi energetici nei paesi OCSE non cresceranno (basta con la
retorica dei consumi in crescita esponenziale), chiara l'affermazione che il futuro nella generazione
mondiale sarà costituito da rinnovabili e gas, (anche se la stima delle rinnovabili è ridicola).
Nell'annunciazione degli obiettivi della strategia (pagina 2 della relazione) però si inizia a
deragliare:
- energia più competitiva,
- maggiore sicurezza di approvvigionamento e
- crescita economica legata al settore energetico.
Questi gli obiettivi, il "rispetto dell'ambiente" è aggiunto in coda, come sempre si fa nei documenti
ufficiali a mo di corredo, niente evidenza per lavoro, innovazione e sostenibilità.
Scrivere la strategia energetica di un Paese significa volgere lo sguardo oltre l'immediato, immaginare un futuro e proporre obiettivi e misure per raggiungerlo. La miopia va evitata e va evitato l'errore di considerare i dettagli perdendo di vista il quadro d'insieme.
Il vero obiettivo della SEN deve essere quello di indirizzarci verso un nuovo sistema dell'energia che sia:
- più sicuro,
- meno inquinante,
- sopportabile dal pianeta e
- dai nostri redditi.
Questo significa puntare su:
- Minor dipendenza possibile dalle fonti fossili perché saranno sempre più costose, ci faranno dipendere sempre dall'estero e sono inquinanti.
- Maggior efficienza in tutti gli usi di energia perché così avremo bisogno di produrne meno e creeremo lavoro a un ricco tessuto di imprese già presenti in Italia.
- Più fonti rinnovabili perché sono le uniche che non importiamo, che ci daranno aria più pulita e che possono creare più posti di lavoro.
La strategia di Passera non risponde a queste indicazioni, è uno sguardo all'indietro che non ispira futuro.
Roberto Meregalli Beati i costruttori di pace
Risponde Tino Bedin
Il ministro Passera nella relazione consegnata al Senato ha indubbiamente documentato le criticità del sistema energetico del Paese, che sono state aggravate dalla mancanza di una strategia da parte dei governi di Destra; ad esempio si è consentita negli scorsi anni la realizzazione di un numero esorbitante, rispetto alle necessità, di centrali a ciclo combinato che oggi sono un costo per il sistema ma che difficilmente si smobiliteranno perché sono modernissime. Va però anche detto che il ministro Passera concede troppo spazio e credito alle trivellazioni. Giustamente è stato osservato in commissione che "l'Italia non la è Penisola Arabica". Più realistico che l'Italia si muova uniformemente su altre direttrici, del resto indicate dal governo attuale: ridurre il costo del gas sia con più rigassificatori sia con più gasdotti e una maggiore capacità di stoccaggio, incentivare l'efficienza energetica e sostenere convintamente le energie rinnovabili.
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