di Tino Bedin senatore del Conselvano
Amministrare nel Conselvano sarà ancora più impegnativo nel 2005 e non perché i cittadini siano più esigenti, ma perché il governo Berlusconi ha messo in maggiore difficoltà i comuni con una serie di disposizioni che sono tutto il contrario dell'autonomia e della responsabilità. Non è solo una questione di soldi: cioè non è solo perché continua a diminuire la parte delle tasse pagate dai cittadini del Conselvano che ritorna da Roma direttamente nel nostro territorio. È anche una questione di scelte politiche. Se il governo non fa più asili nido e i bambini fortunatamente continuano a nascere, i sindaci se ne devono preoccupare. Se si aumentano le spese militari e si diminuiscono quella per la sicurezza, finisce che a questa devono pensare i vigili urbani.
Cresce intanto anche nel Conselvano il senso di insicurezza dei cittadini: c'è l'incertezza sul lavoro per i giovani (e quindi nei loro genitori); c'è l'interrogativo sulla qualità dello sviluppo che questa parte della provincia di Padova potrà realizzare senza compromettere l'ambiente; c'è l'inquietudine di fronte alla criminalità.
Cresce contemporaneamente nelle persone e nelle famiglie il bisogno di una politica che si faccia carico di queste insicurezze e che faccia prevalere la speranza sulla paura.
I segnali che arrivano dal governo di centrodestra non vanno in questa direzione. Di tutto c'era bisogno - ad esempio- tranne che di una legge Finanziaria per il 2005 che è stata approvata con una serie di voti di fiducia e che è stata pensata e scritta come uno "spot elettorale" per il presidente del Consiglio, invece che come uno strumento per accrescere la speranza nei cittadini.
Qualcuno nel 2005 pagherà meno Irpef. Non saranno molti. La Cisl di Padova ha fatto qualche conto per quanto riguarda i pensionati: per 8 su 10 di loro (quelli che hanno una pensione tra i 4 mila e i 18 mila euro all'anno) il risparmio sulle tasse non ci sarà; pagheranno come nel 2004. Per loro quindi il prossimo cedolino della pensione sarà una delusione, farà loro perdere ulteriore fiducia nello Stato.
Tutti intanto pagheremo di più tasse di concessione, imposte di bollo, acqua, luce, perfino di sigarette (per chi fuma). Bolli, acqua, sigarette costano uguale a chi ha 10 mila e a chi ha 100 mila euro di reddito. Anche questo farà crescere l'inquietudine nei cittadini, che tra l'altro potranno contare meno di prima sulle amministrazioni comunali, per le quali la legge Finanziaria apre "una crisi profonda che ricadrà sui cittadini", come hanno detto all'unanimità i sindaci del Veneto, indipendentemente dal colore politico.
La denuncia però in questo momento non è sufficiente. Credo che i sindaci, sia nei singoli Comuni che in tutto il Conselvano, siano chiamati a scelte che contrastino quelle che sono state fatte dal governo. Propongo due esempi, ma le opportunità non mancano.
Per racimolare un po' di moneta il governo è arrivato ad applicare l'Ici persino sui macchinari delle imprese. Poiché le nostre imprese non hanno certo bisogno di nuove tasse ma di nuove opportunità, sarebbe utile che in tutto il Conselvano si scegliesse una linea comune nel non applicare questa assurda imposizione, nell'attesa che sensatamente venga eliminata.
Dopo tanti proclami sulla natalità, l'assegno di mille euro per il secondo figlio non è stato rifinanziato nel 2005 dal governo. I Comuni adottino politiche comuni di sostegno alla genitorialità, magari con gli asili nido.
13 gennaio 2004
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