di Tino Bedin senatore del Conselvano
È sempre qualcosa di più di una vetrina produttiva la mostra con cui l'Unione artigiani del Conselvano accompagna la Fiera di Sant'Agostino a Conselve. Per l'edizione di quest'anno, che è aperta fino a domenica 31 agosto, il presidente degli Artigiani Renato Luise ha compiuto una ulteriore "rivoluzione" del concetto di mostra, trasformandola in un percorso dentro e attorno all'abitare. In questo modo la rassegna si conferma, secondo tradizione, anzitutto lo specchio dell'idea che gli artigiani hanno del Conselvano: in questo momento essi lo vedono come un'area in cui vivere, in cui abitare; un territorio nel quale la casa e non più il "capannone" è il cuore dello sviluppo.
Non c'è contraddizione: Renato Luise e i suoi colleghi a centinaia e le loro famiglie sono dei produttori, ma sono integralmente degli abitanti. Essi sanno, e mostrano, che il Conselvano è oggi così cresciuto da poter scegliere il proprio sviluppo.
Questo "percorso dentro l'abitare" proposto dagli artigiani conselvani è alternativo, culturalmente ed economicamente, al "percorso dentro l'acquistare" che una anticipata campagna pubblicitaria fa immaginare nel futuro prossimo in un'altra parte di Conselve, che per ora si chiama Palù (lingua veneta molto locale) e che un domani vorrebbero rendere nota come Factory Outlet (lingua inglese molto internazionale).
Oggi al Palù non c'è molto da vedere. In cambio ci saranno da vedere all'Outlet false ville patrizie e improbabili fattorie agricole, in cui si compreranno vestiti.
Per i conselvani non sarà un cambio vantaggioso: contemporaneamente infatti avranno sempre meno da vedere a Conselve, le cui piazze in questa estate sono state molto abitate per iniziativa del sindaco Luciano Sguotti. Chi ha qualcosa da vendere andrà infatti all'Outlet e a Conselve ci saranno meno opportunità di fare comunità; ci saranno anche meno posti di lavoro. Ciò non vale solo per Conselve. Penso a Bagnoli di Sopra, dove il prezioso ed indovinato recupero del Teatro Goldoni è il modello di una qualità urbana che può ispirare il centro storico. Ho in mente Tribano, dove pure l'amministrazione comunale ha offerto modelli di identità urbanistica e quindi comunitaria cui i cittadini possono fare riferimento.
Conselve, Bagnoli e Tribano sono le tre comunità più direttamente coinvolte nella scelta tra "l'abitare" un territorio e "il vendere" un territorio, di fronte alla quale si trovano i cittadini e i loro rappresentanti. I milioni di automobili che - secondo la pubblicità - arriveranno cariche di consumatori da centinaia di chilometri, cambieranno anche le abitudini della gente di Monselice, di Pozzonovo, di Cartura, di Candiana e via trafficando alla ricerca della strada che non c'è.
Decisioni già prese in passato rendono giuridicamente ardua una ridiscussione dell'insediamento dell'Outlet. Chi ha visto riconosciuto un progetto, oggi rivendica la sua attuazione e le istituzioni sono prima di tutto garanti della legalità.
Questa garanzia delle istituzioni vale per tutti: per le multinazionali e per le famiglie; per chi ha la vocazione a vendere e per chi ha la vocazione ad abitare.
L'esistenza di una viabilità autostradale adeguata è - per fare un esempio molto specifico - una delle condizioni per l'insediamento dell'Outlet al Palù di Conselve. Oggi la viabilità non c'è. In queste ultime settimane c'è stata una accelerazione di buoni propositi per lo spostamento del casello autostradale di Monselice da via Orti alla superstrada. Il progetto era fattibile sei anni fa, quando c'erano altri amministratori, ed è stato bloccato. Ora si dice che tutte le parti in causa sono pronte a metterci i soldi. Sarebbe una buona cosa per tutta la Bassa padovana.
Quando il casello sarà fatto e funzionante, quando per raggiungere il Palù da Ferrara o da Vicenza non sarà necessario passare per via Orti a Monselice, solo allora si potranno esaminare le concessioni per il Factory Outlet di Conselve. Fidarsi delle promesse non sarebbe sufficiente. La valutazione di impatto ambientale, del resto, va fatta su quello che c'è e non su quello che è disegnato.
28 agosto 2003
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