CONSELVANO
Intervista del periodico locale "La Piazza"
Il Conselvano non è "un'area di servizio" di Padova
I sindaci devono fare sistema fra loro e non con forze esterne

intervista di Nicola Stievano a Tino Bedin senatore del Conselvano

«La proposta di paracadutare nel Conselvano un centro di prima accoglienza per immigrati senza permesso non è che l'ultima espressione di una convinzione che va definitivamente sconfitta: che questa parte della provincia sia una specie di grande "area di servizio" per la città e magari anche per l'Alta padovana». Il senatore Tino Bedin, parlamentare dell'Ulivo nel Conselvano, è impegnato in queste settimane a realizzare quella che egli chiama una "rete di municipi nel Conselvano". «Il progetto - spiega Bedin - è frutto della consapevolezza che ormai il Conselvano è un'area sviluppata e quindi ha la forza ed il diritto di decidere il proprio futuro, attraverso i propri rappresentanti nei municipi, che vogliamo aiutare a fare sistema tra loro e non con forze esterne».
- Ci sono le condizioni politiche per compiere anche in politica questo salto definitivo nel Conselvano?
«Abbiamo investito e lavorato per anni a fianco di quella che allora era l'opposizione in consiglio comunale di Conselve principalmente con questo obiettivo. Non dimentichiamo che c'è stato recentemente un periodo nel quale la Cosecon spa è stata affidata ad una guida esterna. È stato quasi il simbolo della dipendenza del Conselvano. Il cambio politico nel Comune di Conselve era la condizione per ripartire con un'ottica diversa. Ed infatti, ad un anno dall'insediamento del sindaco Luciano Sguotti posso dire di aver visto giusto».
- Conselve è certo il Comune capofila, ma non basterà da solo?
«Non basta adesso e non basterà in futuro. Il ruolo di Conselve non è di comandare ma di guidare i processi. Nel presente c'è l'impegno di un certo numero di sindaci che credono nel loro territorio. Adesso sto lavorando perché questa fiducia nel Conselvano cresca e per trovare per le elezioni municipali generali del prossimo anno una classe amministrativa che condivide una progettualità per il Conselvano. L'idea è che la qualità dello sviluppo del Conselvano si progetti qui e non che sia il risultato di progetti fatti altrove».
- Ma c'è questo rischio?
«Le faccio solo un esempio: l'idea della nuova strada da Padova a Bagnoli passando per Legnaro. "Sarà una strada capace di sollevare il traffico pesante che oggi intasa le provinciali e che passando nel cuore di molti Comuni riuscirà a svilupparne anche le zone industriali", ha declamato l'assessore provinciale Riolfatto. Non è così: la strada serve all'area industriale di Padova per collegarsi con l'area industriale del Conselvano nella quale intende scaricare il surplus di richieste. Il resto sono conseguenze. Il nostro tentativo è inverso: vediamo quello che serve al Conselvano per vivere meglio; decidiamolo qui e poi confrontiamolo con la progettazione provinciale e regionale».
- E, secondo lei, i conselvani sono in grado di assumersi questo ruolo?
«L'Ulivo ha cominciato il percorso programmatico, di cui le ho detto, per tempo, anche per valorizzare persone al di fuori dei partiti. E sicuramente ce ne sono. Lei ha visto cosa ha proposto l'Unione provinciale artigiani del Conselvano in occasione delle due ultime Fiere di Conselve? Ha messo in mostra non tanto prodotti, ma soprattutto... produttori: persone che hanno realizzato sotto gli occhi dei cittadini lavori tradizionali e lavori innovativi. È un segnale dell'evoluzione dell'approccio dei produttori nei confronti del loro territorio, di cui si sono prima di tutto abitanti».
- Dunque è anche sui contenuti dello sviluppo, oltre che su chi lo decide, che le ritiene necessario lavorare?
«I contenuti dello sviluppo sono l'obiettivo, ma ci vuole la classe dirigente. Ha visto nelle scorse settimane la pubblicità dell'Outlet? Tutto bello per chi ci va. Milioni di auto l'anno sono però un problema per chi ci sta. Sono cioè un problema per tutti gli abitanti del Conselvano. Anche l'Outlet è un progetto di chi considera il Conselvano "un'area di servizio". Per fortuna non è più scontato».

23 giugno 2003


24 giugno 2003
con-009
scrivi al senatore
Tino Bedin