IN DIALOGO TRA CITTADINI
Roma, 5 settembre 2001

Un settore integrato nel modello di crescita dell'Italia
Ci sono le condizioni
per un progetto strategico per l'agricoltura

L'Ulivo ha indicato la strada della cooperazione europea e internazionale
 
Caro senatore, alla vigilia della presentazione della legge finanziaria per il 2002, è intendimento della Confagricoltura sottoporre al Governo e al Parlamento le problematiche di settore, proporre i percorsi normativi e le soluzioni, confrontarsi per il miglior esito dei disegni evolutivi e di sviluppo dell'agricoltura italiana.<br>La logica di sistema che si fa finalmente affermando, impone un'agricoltura vitale, integrato nel modello di crescita economica e civile del Paese e capace di cimentarsi con una competizione internazionale sempre più vivace. Al riguardo è importante definire un quadro di relazioni internazionali che sappiano coniugare la libertà del commercio con la diffusione dello sviluppo economico, promuovendo migliori condizioni di vita per i Paesi meno sviluppati. L'agricoltura italiana vuole far sentire la propria voce, in un dibattito soffocato da contestazioni e da violenze inaccettabili.<br>Esistono oggi le condizioni per porre mano ad un progetto strategico di modernizzazione che deve avere come riferimento l'impresa. La Confagricoltura ritiene che il Parlamento possa contribuire a realizzare questo progetto.
Augusto Bocchini
Presidente nazionale Confagricoltura
Risponde Tino Bedin
Concordo con lei, presidente Bocchini, sul fatto che oggi esistono le condizioni per realizzare un progetto strategico di modernizzazione dell'agricoltura italiana. Non potrebbe del resto essere diversamente, perché a determinare queste condizioni ho contribuito anch'io nella scorsa legislatura sia come presidente della Giunta per gli Affari europei che come capogruppo nella commissione Agricoltura. Le linee strategiche sono indicate nella Legge di orientamento per l'agricoltura che l'Ulivo ha condotto in porto con determinazione e con il contributo di tutte le parti interessate. Questa legge è la conclusione di un percorso che negli ultimi cinque anni hanno visto il settore primario tornare strategico nelle scelte complessive dell'Italia sia al proprio interno che nell'Unione Europea che nelle trattative per il commercio mondiale, in quella "logica di sistema", cui lei accenna. Quello che l'agricoltura italiana ho ottenuto con Agenda 2000 in termini di risorse spendibili e di salvaguardia della propria produzione non era mai stato ottenuto in precedenza in sede europea. Anche questo non è frutto del caso, ma di una precisa scelta politica dell'Ulivo che ha individuato il settore agro-alimentare come strategico per l'Italia e per l'Europa.<br>Non ho quindi difficoltà a dialogare con Confagricoltura su questo terreno. Quello che mi auguro è che Confagricoltura spinga la nuova maggioranza ad essere positivamente protagonista in Europa: lo sottolineo perché, egregio presidente, nella sua lettera non c'è cenno al ruolo che viene richiesto all'Italia nell'aggiornamento di metà percorso di Agenda 2000. Le posizioni poco europee di una parte della maggioranza non fanno ben sperare.<br>Alla trattativa sul commercio mondiale, cui lei fa riferimento, l'Italia conterebbe assai poco se non andasse assieme all'Unione Europea: una linea che il governo dell'Ulivo ha vittoriosamente sostenuta prima della trattativa di Seattle. Anche in questo caso non si tratta di avere una posizione difensiva, autarchica, ma propositiva che dia all'agricoltura italiana e in particolare ai prodotti mediterranei il loro che loro spetta in Europa, come abbiamo sostenuto in Senato durante il dibattito sulla firma dell'accordo tra Unione Europea e Marocco. Anche in questo caso un certo appiattimento di Berlusconi sulle posizioni americane non  sarà di aiuto alla nostra agricoltura.<br>Infine, se consente, una precisazione: la centralità dell'azione che viene richiesta al Parlamento non può essere - a mio parere - l'impresa. Lo è, giustamente, per un'associazione imprenditoriale come è Confagricoltura. Per il Parlamento la centralità è la società nel suo insieme con i valori di coesione, sviluppo equilibrato, pari opportunità: in Italia, nel Mediterraneo, in Europa.
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9 settembre 2001
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